Introduzione
I trasporti, coi loro consumi di carburanti di origine fossile e la dipendenza da infrastrutture carbon-intensive, si collocano tra i contributi principali e in ulteriore crescita alla emissione di gas serra. Servono di conseguenza servizi urbani e all’ecosistema adeguati e sostenibili per affrontare il cambiamento climatico e arrivare agli 1,5 gradi degli accordi di Parigi. Tra le soluzioni più efficaci per raggiungere l’obiettivo spiccano la Città dei Quindici Minuti e il Mobility as a Service (MaaS), sia nelle pubblicazioni scientifiche di tutto il mondo che nelle pratiche. Cambiano i comportamenti di mobilità e la tendenza al ricorso alle piattaforme elettroniche nel settore trasporti.
Esposto nel 2016 e cresciuto nei consensi specie durante l’emergenza delle questioni legate alla pandemia COVID-19, il concetto della città dei quindici minuti o 15mC, rappresenta un paradigma urbanistico pensato per ambienti centrati sulle persone e più equi. Si articola su quattro dimensioni: Densità, Prossimità, Diversità, Digitalizzazione, e propone spazi urbani in cui i servizi essenziali alle necessità quotidiane – dai negozi alla salute al tempo libero – siano accessibili in poco tempo senza usare l’auto. In modo simile il concetto MaaS ha il potenziale di ridurre la dipendenza dal veicolo privato. Con l’obiettivo di offrire opzioni intermodali e continue integrando mezzi di spostamento pubblici e privati dentro una unica piattaforma on-demand. Ma non esiste ancora convergenza sulla capacità del MaaS di ridurre effettivamente l’uso dell’auto e cambiare sensibilmente i comportamenti di mobilità. Inoltre, il recente fallimento del pionieristico creatore dell’app Whim a Helsinki e provider MaaS Global, mette in dubbio l’affidabilità finanziaria del modello.
È stata così proposto un allargamento concettuale di MaaS che invece della prospettiva multimodale ne offra una multiservizio. Chiamato Mobility as a Feature (MaaF), assume un paradigma di offerta di servizi integrandone anche di diversi dal solo trasporto. Esistono già parecchie piattaforme di ride-sharing, come Uber, Bolt, Grab, o DiDi Chuxing, che hanno adottato strategie simili, incorporando funzionalità MaaF. Distintesi originariamente per far incontrare conducente e passeggero, le piattaforme si sono via via trasformate in erogatrici di servizi, allargando la propria offerta ben oltre i trasporti urbani. Dando vita a ciò che si definisce super app nella mobilità, analogamente a ciò che succede nei principali social media come WeChat, KakaoTalk, o LINE. A differenza delle app per un servizio specifico (ad esempio gli acquisti online, la consegna di pasti, il ride-sharing, ecc.), una super app offre un’ampia gamma di servizi personalizzati, sfruttando pienamente dimensione e reti per l’economia e aumentando la comodità dell’utente.
Gli esempi attuali di super app sono commerciali, spesso gestite da operatori di scala mondiale, e portano teoricamente a una crescita dei volumi di trasporto e concorrenza distorta tra i vari gestori. Una loro diffusa adozione in Europa potrebbe tradursi in un aumento delle esternalità negative, secondo criteri di insostenibilità e incompatibilità coi principi della città dei quindici minuti. Inoltre, l’accelerato ricorso alle piattaforme nei settori trasporti e logistica, già visto con Uber, Bolt, Flink o Wolt, sottolinea la necessità di introdurre strategie di regolamentazione nel quadro delle regole dell’Unione Europea sui mercati e servizi digitali. Cosa basilare per i servizi integrati, specie contro la tendenza ai monopoli, il libero mercato, la governance dei dati.
Il modello di super app locale
Sosteniamo qui la tesi secondo cui lo sviluppo delle super app debba avvenire col coordinamento pubblico (a partire dagli attuali sistemi MaaS). Per consentire che queste app si integrino agli obiettivi delle politiche di mobilità, si inquadrino nella cornice digitale europea, promuovano sviluppo regionale, contribuiscano efficacemente a progressi ambientali e sociali. Un percorso alternativo di crescita verso la transizione alle super app, una soluzione innovativa, potrebbe quindi essere di super app locali che crescono dal basso regolate dalla pubblica amministrazione. Ovvero concepite in base a specifici interessi e soggetti locali, su misura per le caratteristiche di ciascuna comunità, aspetti essenziali se si mira a comportamenti di mobilità sostenibile. Integrando i concetti MaaF e di Città dei Quindici Minuti, pensiamo a super app locali in grado di offrire all’utente un flusso continuo, un migliore uso delle risorse, migliore mobilità urbana, migliore accesso ai servizi, migliori relazioni nella comunità. Insieme allo sviluppo super app locali regolamentate pensiamo soprattutto a una partecipazione delle comunità, a migliori qualità dei servizi urbani con obiettivo di diventare più sostenibili ed equi.
Una visione che si basa sull’ipotesi secondo cui MaaF e 15mC presentano similarità che le rendono complementari [in effetti hanno radici identiche nella Smart City dai cui studi proviene Carlos Moreno n.d.t.] e possono essere sfruttate a rafforzare sia l’uno che l’altro concetto. Cosa ancora più importante, in entrambi i casi si parla di una offerta organica di servizi ai cittadini entro il medesimo spazio: lo spazio digitale per quanto riguarda l’applicazione, quello fisico entro il raggio definito dalla mobilità non veicolare dei fruitori. Nel ragionare su super app locali, pensiamo a un ambiente dove i bisogni essenziali quotidiani – un supermercato, un ristorante, un cinema, una palestra, un ambulatorio, una biblioteca, un museo ecc.- siano risolvibili comodamente in un quarto d’ora, usando in flusso continuo modalità che vanno dal camminare, alla micromobilità condivisa, al mezzo pubblico. Inoltre la modalità versatile della super app locale può allargarsi oltre la pura prossimità fisica. E l’utente per esempio usare la medesima applicazione per ordinare un pasto, acquistare biglietti o iscriversi a qualcosa, prenotare servizi su appuntamento, integrandosi alle app specializzate tematiche. Ed è importante notare come in questo contesto la parola super non sta a significare superiorità o dominio ma comprensività, nell’offerta dei vari servizi e funzioni.
Oggi, i servizi che offrono le principali piattaforme per i trasporti e le consegne vengono concepiti per rivolgersi a una fascia di abitanti urbani piuttosto giovane e ignorando importantissimi bisogni sociali e altre categorie che di quei medesimi o diversi servizi avrebbero certamente più bisogno. Tra cui anziani, o disabili impossibilitati a fruire di commercio o altro. Contemporaneamente, il concentrarsi dei provider nelle aree urbane di mercato più interessante emargina ulteriormente quelle già meno servite. Di conseguenza questi modelli commerciali non rispondono affatto a bisogni fondamentali di tante fasce demografiche, approfondiscono disparità, ostacolano anziché promuovere accesso ai servizi e attrezzature. Mentre super app locali del tipo ipotizzato potenzialmente si rivolgono proprio a queste categorie sottoservite e territorialmente quanto socialmente remote. Attraverso una programmazione strategica, collaborazione, incentivi, app di questo tipo possono essere concepite per mettere in primo piano accessibilità e inclusività, mettendo davvero a disposizione servizi essenziali a tutti gli abitanti.
Viene inoltre offerto un panorama più ampio delle disponibilità, una possibilità di scelta comparata, decisione informata, comodità e risparmio di tempo. E gli erogatori di servizi e offerte varie che alla super app partecipano avranno più possibilità di raggiungere gli utenti, più visibilità, più possibilità di collaborazione tra loro dentro questo ecosistema. Per esempio conducenti di diverse filiere di consegna, o sconti economici diventando utenti di più servizi insieme. Pensiamo alla possibilità sulla medesima piattaforma di unire l’acquisto di un biglietto del cinema o di ingresso a una mostra che comprenda anche quello dei mezzi di trasporto per andarci, pubblici o condivisi. Pensiamo alla possibilità di ordinare in diversi negozi o ristoranti e farsi consegnare tutto insieme. Esempi che illustrano come una super app locale non solo semplifichi l’esperienza dell’utente, ma promuova sinergie tra attività commerciali e servizi, creando un ecosistema dinamico a vantaggio di domanda e offerta.
I caratteri essenziali di questa Super App Locale si riassumono in:
• Accessibilità dei 15-minuti: tutti i servizi essenziali entro un raggio di un quarto d’ora.
• Mobilità e sistema di consegne multimodali: la super app fa accedere contemporaneamente a servizi e mezzi per raggiungerli come caminare, condivisioni di biciclette, motorini, cargo bike, o mezzi pubblici, e la stessa cosa vale per gli utenti che gli erogatori.
• Inclusività: si rivolge ad ogni fascia demografica, compresi anziani, disabili o abitanti in area marginali sottoservite.
• Servizi integrati: una sola applicazione a unire diversi bisogni che promuove facilità d’uso e comodità dell’utente.
• Verso un flusso continuo di utenza: si prenota, si acquista, si paga attraverso la medesima super-piattaforma.
• Sfruttare tutte le potenzialità di una piattaforma: si accede alla rete ampia di occasioni e ciò vale sia per l’utente che per l’erogatore di servizi e proposte commerciali.
• L’utente al centro: la super app è concepita per rivolgersi a diversi bisogni locali.
• Garanzia di sostenibilità: promuove mobilità a basso impatto e comportamenti di consumo più sostenibili.
• Partecipazione delle comunità: le specifiche soluzioni tecnico-organizzative vengono elaborate e sviluppate dalla comunità.
Esempi e casi pratici
Unire mobilità ed erogazione di servizi oggi separati non è certo idea nuova, ed esistono casi in Asia dove viene applicata una strategia di offerta dei trasporti, anche se si tratta ancora di smart-card anziché di app (come la Octopus card di Hong Kong). Si tratta di carte con cui nonsolo si accede al trasporto pubblico ma si fanno acquisti nei supermercati, si usa la ristorazione fast-food e altro. In tale contesto, si pensa che la ragione principale per spostarsi sia appunto quella di accedere ai servizi. In Germania, esistono tre forme di biglietto-tariffa che legano i due aspetti, evidenziando questo genere di integrazione:
• Biglietto combinato per eventi come quelli sportivi o i concerti dovesi unisce l’ingresso al trasporto;
• Biglietto semestrale su misura per gli studenti universitari che hanno quei cicli, e che unisce su un arco temporale accesso a servizi e mobilità;
• Biglietto Turistico sul modello della Carta di Benvenuto a Berlino che funge non solo per accedere al trasporto pubblico ma anche per entrare o gratis o con forti sconti a teatri e musei.
Inoltre a completare il quadro per la Germania aggiungiamo il più recente DeutschlandTicket, che riassume bene la tendenza all’integrazione verticale in piattaforma. A differenza dei sistemi tariffari tradizionali, si tratta di un sistema nazionale non limitato ad app dedicate o di trasporto regionale. Ma che unisce integrate piattaforme di mobilità varie da FreeNow a mo.pla. Disponibile anche su piattaforme autonome come DeutschlandCard, un programma di sconti di supermercati e altre reti di distribuzione commerciale, oppure ADAC Trips App, dall’associazione tedesca dell’auto, che attraversa diverse piattaforme specifiche. Di conseguenza, l’offrire all’utente una esperienza di flusso continuo tra varie attività e servizi su un singola app rappresenta un progresso nella risposta ai bisogni dei cittadini. Una super app locale inoltre può contribuire a integrare di più trasporti e organizzazione spazio-funzionale urbana, proprio adeguandoli a questa risposta ai bisogni e stimolando lo sviluppo. In prospettiva la raccolta di dati e informazioni attraverso questo tipo di app potrebbe favorire una svolta concettuale di tipo olistico e sul lungo termine, per quanto riguarda l’analisi e le decisioni informate verso una crescita urbana e sociale sostenibile.
«Logorio dell’app» e orientamento a soluzioni unificanti
La frase «C’è’ un’app per questo» coniata da Apple nel 2009, oggi pare più valida che mai. Esiste una app adeguata praticamente per ogni cosa, reperibili in totale 7 milioni tra App Store e Google Play. Ma si averte anche un certo «logorio dell’app». Ogni nuova installazione comporta permessi, l’apertura di un nuovo account verificabile, informazioni personali e finanziarie da condividere, e l’utente spesso si ritrova ad avere a che fare con molte più app di quante non riesca a gestire. Per schematizzare il funzionamento di una super app, abbiamo condotto un sondaggio a campione (criteri di genere, età reddito) fra utenti di smartphone tedeschi nel dicembre 2023. Il cui risultato mostra come in media chi utilizza uno smartphone abbia installate 48,6 app sul dispositivo (comprese sia quelle pre-installate che caricate dall’utente), ma ne usi effettivamente solo 13 almeno una volta la settimana. Si noti anche come il 49% degli interpellati esprima perplessità per il numero eccessivo di app installate, specie tra le fasce più giovani, dove la percentuale di disagio cresce al 57% tra i 18–29 anni. Ciò deriva da una serie di ragioni: sovraccarico di informazioni e comunicazione, stanchezza da social network, invasione percepita della privacy. Non sorprende che una maggioranza (58%) si dichiari sempre piuttosto titubante quando si tratta di installare ancora un’altra app.
Dal punto di vista dell’utente, il concetto di super app offre in prospettiva di affrontare queste questioni, e lo si conferma dal 41% degli interpellati, che si dichiarano interessanti a sperimentarne quando disponibili. Individuiamo una chiara correlazione tra comportamenti attuali e intenzione di cambiarli. Chiara anche pensando alle fasce di età degli interpellati, con i più giovani e propensi all’uso di app. Intesi complessivamente i risultati del sondaggio confermano il potenziale di super app rivolte a bisogni e aspirazioni di diverse fasce di utenza.
Se le super app certamente offrono abbondanza di vantaggi – dall’accesso fluido a una serie di servizi e funzioni sino ad ottenere una rispettabilissima approvazione Like di 3,51 su % – il sondaggio rivela però anche alcuni ostacoli e perplessità che potrebbero renderne più complessa l’adozione. Tra cui il timore di condividere dati personali aprendo quella super app (3,56), sull’affidabilità e funzionalità del servizi erogati attraverso la piattaforma multipla (3,53), o che il mercato potrebbe essere monopolizzato da una sola super app, limitando anziché allargando le possibilità di scelta dell’utente (3,40), o ancora avere effetti negativi sulle reti di commercio tradizionale locali (3,44). Il concetto di super app locale ha grandi potenzialità in grado di superare anche questi timori dei potenziali utenti. Ma si conferma così la necessità di una salda cornice di regolamentazione, specificamente concepita per quel tipo di contesto e sicurezza.
Note conclusive
Considerando che le super app rappresentano l’ultima evoluzione del modello operativo da piattaforma, sostituendo via via con più frequenza quelle di un solo ambito come trasporti, logistica, e-commerce, e operando in un contesto di economie condivise, prevediamo che si possa trattare di una mega-tendenza del futuro prossimo. Anticipata dalla sedimentazione in Asia e altre regioni del Sud globale, ma vicina ad espandersi in Europa. I risultati del nostro sondaggio ci dicono che l’utenza smartphone è pronta a adottare le super app. La nostra idea è che gli operatori europei dovrebbero prepararsi a questa grande radicale trasformazione, elaborando per città e cittadine strategie efficaci e compatibili col principio della Città dei Quindici Minuti, offrendo alle attività economiche locali la possibilità di adattarsi a loro volta a questo contesto in evoluzione, stimolando la partecipazione sociale e promuovendo strumenti conoscitivi in grado di diffondere nell’uso quotidiano le super app.
La nostra proposta di super app locale vuole essere quella di suggerire un percorso, dentro cui convergano idee elaborate nell’ambito dei trasporti (MaaS/MaaF) e dell’organizzazione spazio-funzionale urbana (15mC), verso un tipo di trasformazione equa e sostenibile. Contro la convinzione prevalente che la mobilità debba rispondere a una domanda esterna all’immediato circondario di ciascuno, le super app locali hanno l’obiettivo di rispondere a bisogni individuati abbastanza circoscritti. Per tradurre il concetto in realtà servono ulteriori studi e ricerche, sia sui contenuti e l’organizzazione che sul modo di proporle. […]
da: Frontiers in Sustainable Cities, Vol. 6, maggio 2024; Titolo originale: Local super apps in the 15-minute city: a new model for sustainable smart cities? Traduzione di Fabrizio Bottini – In questa traduzione sono state omessi i riferimenti bibliografici i relativi links alle fonti e tre paragrafi «programmatici» finali sul proseguimento della ricerca. Tutto facilmente reperibile sul sito della Rivista che pubblica in chiaro senza alcun limite al libero accesso. P.s. la scelta di mettere il Bosco Verticale in copertina a simbolo di città sostenibile è tutta loro