Quali spazi per quale società

Il dibattito mondiale sulle nuove forme assunte dal concetto di «famiglia» coinvolge molto notoriamente l’idea di welfare, e un po’ meno notoriamente recupera in sordina quell’antico e naturale legame tra welfare e politiche urbane, caduto formalmente in disuso nell’enfasi sul privato che ci sta sul groppone da lustri. C’è da dire, su questo versante, che…

Urbanistica: perché? (1915)

Appare evidente da qualunque punto di vista, quanto l’urbanistica riesca a stimolare e impegnare il pensiero di tante persone ogni giorno. Non si tratta neppure più di di qualcosa confinato a pochissimi esperti, ma via via che i vantaggi della pianificazione si evidenziano, si avverte il disagio tra moltissimi quando capiscono che le attuali carenze…

La città è monopolio degli architetti?

L’immaginario collettivo si fa catturare quasi automaticamente da certe immagini molto forti, suggestive, sedimentate. É piuttosto curioso che quella dell’architetto moderno, diretto discendente degli intellettuali del Rinascimento in versione giacca e cravattino, risalga più o meno all’epoca degli uomini soli al comando, i mitici anni dei mitici leader che facevano sognare le folle vuoi col New…

Piste ciclabili e valore assoluto

Tempo fa una giornalista del Times di Londra mentre andava al lavoro in bicicletta moriva in uno dei classici incidenti stradali stupido-tragici: il conducente di un veicolo in manovra non si era neppure accorto della sua presenza. Se ne leggono purtroppo da anni e anni di storie assurde del genere, che evidenziano in sostanza l’appiattimento delle nostre…

La notte dei fagioli oscuri

Fra i principali strumenti della modernità urbana, l’analisi di sé, secondo vari percorsi tesi a far luce sul rimosso e l’oscuro, senza dubbio spicca, ma al tempo stesso è sottovalutata. Prendiamo le viscere per eccellenza della metropoli contemporanea, che ancora nel XIX secolo venivano vissute dal riformismo tecnico, sanitario e sociale come qualcosa da cancellare…

Domiamo la scimmia che c’è in noi

Secondo gli opinionisti informati ma favorevoli (per motivi che non stiamo qui a questionare per il momento) al cosiddetto «sviluppo del territorio» o dispersione urbana, quelli che invece sono parecchio critici dello sprawl non hanno mai capito il senso di quel che dicono. Insediarsi in grandi spazi aperti sarebbe bisogno innato dell’uomo e della sua famiglia, cosa…

Le mura della metropoli contemporanea

In principio c’erano le bestiacce pericolose in giro, da cui difendersi, e i nostri antenati cercavano barriere naturali con cui difendersi dai nemici, sia a quattro che a due zampe: un dirupo, un masso, un corso d’acqua abbastanza largo facevano benissimo il loro servizio. Non si delimitava nulla, salvo quanto era già delimitato di suo,…

La densità territoriale dei neuroni

Prendiamola alla lontana: tempo fa un diffusissimo settimanale si poneva molto seriamente la domanda: «Ma stare nelle casette con giardino rende più egoisti?» Sembrerebbe la classica inchiesta di costume quando non c’è niente di meglio, gli eventi politici si fanno rarefatti, e anche i convegni scientifici non sfornano più a ritmo tanto serrato quelle succose notizie sulla cura…

Passerotto non andare via

Da diversi decenni si moltiplicano e articolano gli studi sull’evoluzione della fauna urbana, sui modi in cui si costruiscono veri e propri nuovi habitat del tutto accoglienti per specie selvatiche, sia nel caso in cui i loro territori siano stati invasi da case e strade, sia in quello in cui le bestiole sono volontariamente migrate,…

Vitalità urbana

Le città assorbono e digeriscono di tutto, con un piccolo e ovvio particolare: alla fine della digestione e della metabolizzazione non sono più le città di prima. Non a caso si parla di città industriale, o di nucleo storico, o di sprawl, a indicare le varie forme assunte dall’insediamento urbano via via che si mangiava…