Sono attuali, gli «Orti di Guerra»?

Ma questa generazione di americani ce l’ha la “stoffa” per affrontare le sfide epiche della conservazione della vita su un pianeta che si riscalda rapidamente? Certo, i grandi mezzi di comunicazione sono pieni di servizi sul credito di carbonio, le auto ibride, la nuova urbanistica intelligente: ma anche così, la nostra impronta ambientale si sta allargando,…

Il bosco urbano e l’urbanistica (1926)

Quello che chiamo bosco della città non è affatto una pura teoria, né qualcosa semplicemente adottato con successo solo in Europa, in situazioni economiche e stili di vita diversi. Si tratta invece di qualcosa di radicato anche in America, che vale la pena prendere in seria considerazione per introdurlo nella pianificazione urbana corrente. Se consideriamo…

Cancellare la povertà suburbana con un trucco statistico?

Per mezzo secolo, con varie intensità e narrazioni, si sono scontrate le scuole urbana e antiurbana, o meglio se guardiamo questo scontro in una prospettiva storica basata sull’oggi (in effetti non ne abbiamo altre migliori) quella dei valori civico-sociali e quella familiare-tradizionale. La prima in un modo o nell’altro accettava, in fondo nella scia delle…

Prove tecniche di governo sovracomunale: comprensori e città (1967-1969)

Comprensori, province, pianificazione Le esperienze di pianificazione intercomunale assumono nel periodo di convergenza fra programmazione e regionalizzazione uno specifico e non casuale ruolo. Non si tratta di un coincidenza, o dell’ovvia sovrapposizione di temi per contiguità di attori e strumenti, ma di vera complementarità, che mette in secondo piano le differenziazioni locali, riconducendole (semplificando al…

La collina degli eretici: dove il suolo agricolo vale più dei metri cubi

Qualche anno fa mi chiesero di recensire un film su un territorio urbano-rurale particolare, quel distretto delle Langhe al tempo stesso campagna ricca dove il suolo delle vigne parrebbe inattaccabile da certa modernizzazione stracciona urbanizzante a vanvera, ma dove in modo strisciante si iniziavano comunque ad avvertire strane spinte, in bilico tra conservazione e sviluppo,…

Funzione sociale educativa dell’urbanistica italiana nelle colonie (1937)

Quando si parla di urbanistica coloniale, occorre intendere il problema in senso assai più lato di quello che comunemente si intende in Italia: non fermarsi alla sistemazione isolata dei centri maggiori e a quei problemi locali a cui l’urbanistica corrente in generale si limita; affrontare invece, fin dall’inizio, il problema totalitario, partendo da presupposti e…

Perché costruire New Town in Gran Bretagna (1951)

Non sempre si coglie quanto le grandi città e conurbazioni britanniche dentro le quali vive metà della popolazione, siano un prodotto dell’ultimo mezzo secolo di veloce crescita. Sino ad allora qualunque città aveva dimensioni molto limitate, che raramente superavano un raggio di un chilometro, e una popolazione al massimo di qualche decina di migliaia di…

Piantiamola coi giochetti sulle terminologie urbane: sprawl è un cancro

Se capitasse, a chiunque tra noi, di leggere un titolo sulla stampa che recita, per esempio «Il cancro è la felicità», avremmo per un istante qualcosa di simile a uno choc, seguito a piacere dalla decisione di passare immediatamente alle vie legali in una causa per patente disinformazione contro chi ha scritto quella robaccia, oppure…

La città è la sua regione urbana

Quando si accusano certi conservazionisti a senso unico di non aver capito nulla delle città che vorrebbero «tutelare», non si sta certamente facendo un discorso di stile, estetizzante, e neppure provando ad aggiungere valori sociali alle loro idee, che certamente non hanno nulla da imparare in questo senso: il conservazionista, in altre parole, non è…