L’erba del vicino è dipinta di verde

Da un secolo e più il vero simbolo della casetta o casona in proprietà è quella prospettiva che dalla strada principale inquadra l’ingresso. Dove si è optato per una recinzione a muro o a siepe, bisogna superare il cancello per vederla spalancarsi davanti: che siano pochi metri o una più monumentale imitazione di reggia barocca,…

La dismissione dell’astronave direzionale

L’anticittà confusa con la città è un classicissimo delle nostre prospettive sballate quando si tratta di insediamenti urbani. Lo è in particolare quando quel minestrone fra le pietre dell’urbs care ai progettisti edilizi e analoghi, e le atmosfere libere della polis cara ai cultori della relazionalità, si fa indigeribile per eccesso di ingredienti. Del resto…

Ambiente, sinistra, progresso, e altre cose

La maggior parte di chi dice destra e sinistra sono uguali, guarda abbastanza ovviamente solo a una parte della faccenda. Chi ritiene assolutamente discriminanti cose come il proprio stipendio, quel che succede davanti alla finestra di casa, o altro magari di più ampio respiro e comunque settoriale, ha facile gioco a dire che «sono tutti…

Lo sprawl come antidoto all’olocausto nucleare (1952)

Introduzione Dispersione non è una bella parola. Ha assunto una forte connotazione negativa, e cosa ancora peggiore non è neppure precisa. Continuiamo a usarla per un solo motivo, molto semplice: non ne abbiamo trovata nessun’altra che ci metta d’accordo tutti. Questioni semantiche a parte, possiamo concentrare l’attenzione su due aspetti impliciti che ne migliorano il senso. Primo: aree…

Urbanistica: perché? (1915)

Appare evidente da qualunque punto di vista, quanto l’urbanistica riesca a stimolare e impegnare il pensiero di tante persone ogni giorno. Non si tratta neppure più di di qualcosa confinato a pochissimi esperti, ma via via che i vantaggi della pianificazione si evidenziano, si avverte il disagio tra moltissimi quando capiscono che le attuali carenze…

La densità territoriale dei neuroni

Prendiamola alla lontana: tempo fa un diffusissimo settimanale si poneva molto seriamente la domanda: «Ma stare nelle casette con giardino rende più egoisti?» Sembrerebbe la classica inchiesta di costume quando non c’è niente di meglio, gli eventi politici si fanno rarefatti, e anche i convegni scientifici non sfornano più a ritmo tanto serrato quelle succose notizie sulla cura…

La città è di sinistra (dissertazione consequenziale)

Riassunto delle puntate precedenti, come doveroso quando le cose si devono osservare con un minimo di prospettiva. Nella seconda metà del XIX secolo, quello che certi tizi ancora ci decantano come quello dei capitani coraggiosi capaci di visione e soprattutto di arricchirsi sulla pelle del prossimo, accadeva che le città si dimostrassero inadeguate a svolgere…

Agire per progetti: la secesiùn tascabile

Spesso scambiare la dimensione locale per qualcosa di un po’ più ampio, senza valutare bene quel che si fa e le possibili ripercussioni, provoca guai. O nei casi migliori non porta affatto ai risultati sperati, inducendone altri del tutto diversi, che sono altrettanti potenziali guai insomma. A ben vedere si tratta dell’eterna contrapposizione fra piano…

Facciamola finita (la città)

Lo spazio pubblico nella sua forma più prosaica, ovvero quello che ci ritroviamo sotto i piedi, finisce talvolta abbastanza emarginato dal dibattito sul tema, salvo nelle forme metaforiche via via scelte dalle prospettive specialistiche e/o di approfondimento che ne analizzano i vari sensi occulti. Tanto occulti e profondi, appunto, da perdere di vista loro malgrado…

Il richiamo del centro commerciale (2004)

Il buco del topo Stropicciatevi gli occhi.  É grosso, bigio e scatoloso. Praticamente senza forma. Cos’altro potrebbe essere? Ci siamo. La prima occhiata a qualunque centro commerciale è al tempo stesso uno sguardo su cosa non va nell’architettura dei centri commerciali in generale. Dal di fuori, di regola, non danno un’idea chiara di cosa c’è dentro.…