Greenbelt town: nuove forme dell’urbanizzazione (1936)

La scelta del luogo Il luogo di una greenbelt town si sceglie dopo studi approfonditi sulle questioni economiche e sociali delle grandi città. Da un primo gruppo di 100 ne sono state selezionate alcune con una tendenza stabile e di lungo periodo di crescita, economia solida, diversificazione produttiva, buoni salari e politiche del lavoro, e…

Il centro commerciale cinquantenne si fa il lifting

Non esiste un monopolio della faziosità, ma la lotta è all’ultimo sangue. Come nelle polemiche sulle «periferie», i cui guai sono stati ascritti dai vari soloni al solito comunismo, alla poca sensibilità dei progettisti (magari pure comunisti) ipnotizzati dal feticcio della modernità, a un’urbanistica rigida e burocratica sostanziata negli standards, o nello zoning monofunzionale.  A girare la boa…

L’erba del vicino è dipinta di verde

Da un secolo e più il vero simbolo della casetta o casona in proprietà è quella prospettiva che dalla strada principale inquadra l’ingresso. Dove si è optato per una recinzione a muro o a siepe, bisogna superare il cancello per vederla spalancarsi davanti: che siano pochi metri o una più monumentale imitazione di reggia barocca,…

La dismissione dell’astronave direzionale

L’anticittà confusa con la città è un classicissimo delle nostre prospettive sballate quando si tratta di insediamenti urbani. Lo è in particolare quando quel minestrone fra le pietre dell’urbs care ai progettisti edilizi e analoghi, e le atmosfere libere della polis cara ai cultori della relazionalità, si fa indigeribile per eccesso di ingredienti. Del resto…

Ambiente, sinistra, progresso, e altre cose

La maggior parte di chi dice destra e sinistra sono uguali, guarda abbastanza ovviamente solo a una parte della faccenda. Chi ritiene assolutamente discriminanti cose come il proprio stipendio, quel che succede davanti alla finestra di casa, o altro magari di più ampio respiro e comunque settoriale, ha facile gioco a dire che «sono tutti…

Lo sprawl come antidoto all’olocausto nucleare (1952)

Introduzione Dispersione non è una bella parola. Ha assunto una forte connotazione negativa, e cosa ancora peggiore non è neppure precisa. Continuiamo a usarla per un solo motivo, molto semplice: non ne abbiamo trovata nessun’altra che ci metta d’accordo tutti. Questioni semantiche a parte, possiamo concentrare l’attenzione su due aspetti impliciti che ne migliorano il senso. Primo: aree…

Urbanistica: perché? (1915)

Appare evidente da qualunque punto di vista, quanto l’urbanistica riesca a stimolare e impegnare il pensiero di tante persone ogni giorno. Non si tratta neppure più di di qualcosa confinato a pochissimi esperti, ma via via che i vantaggi della pianificazione si evidenziano, si avverte il disagio tra moltissimi quando capiscono che le attuali carenze…

La densità territoriale dei neuroni

Prendiamola alla lontana: tempo fa un diffusissimo settimanale si poneva molto seriamente la domanda: «Ma stare nelle casette con giardino rende più egoisti?» Sembrerebbe la classica inchiesta di costume quando non c’è niente di meglio, gli eventi politici si fanno rarefatti, e anche i convegni scientifici non sfornano più a ritmo tanto serrato quelle succose notizie sulla cura…

La città è di sinistra (dissertazione consequenziale)

Riassunto delle puntate precedenti, come doveroso quando le cose si devono osservare con un minimo di prospettiva. Nella seconda metà del XIX secolo, quello che certi tizi ancora ci decantano come quello dei capitani coraggiosi capaci di visione e soprattutto di arricchirsi sulla pelle del prossimo, accadeva che le città si dimostrassero inadeguate a svolgere…