Una Rosa Parks per il ciclismo urbano

Qualunque cosa possa promuovere la mobilità non motorizzata è buona e va sostenuta con tutte le forze, smettiamola di spaccare il capello in quattro. Ecco qui, riassunta in una riga abbondante, l’obiezione spontanea che puntuale arriverà alle note che seguono. Obiezione spontanea ma fuorviante, perché del tutto ignara degli aspetti segregazionisti (o autosegregazionisti se vogliamo)…

La Città Palestra

Qualche anno fa trionfava nelle vetrine un libro piuttosto ciarlatanesco intitolato La Profezia di Celestino, libro che magari in ennesima edizione super economica vende ancora benissimo negli scaffali dei supermercati, in quell’angolino dietro le bibite dove si va a frugare ogni tanto per curiosità. L’aggettivo ciarlatanesco quel libro se lo meritava – e se lo…

Salviamo i ciclisti, e anche tutto il resto

In un ennesimo micidiale trafiletto di cronaca si racconta l’ennesimo micidiale morto da demenza stradale: portiera dell’auto spalancata di colpo, ciclista che cade a terra, batte la testa, niente da fare. Sappiamo tutti com’è andata, ce ne succedono una dozzina al giorno di cose così, e fa ancora più specie che, anche nei casi più…

Bike sharing e città

Lo ripetiamo spesso, che la vera smart city non si costruisce buttando giù a casaccio un po’ di tecnologie per strada. Tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria, diceva la celebre frase di Marx ripresa da Marshall Berman nella sua Esperienza della Modernità, e figuriamoci ciò che solido non è, che si presenta in…

Circonvallazione di incapace

Spesso pronunciamo la parola boulevard più o meno con la medesima consapevolezza e profondità con cui il principe De Curtis sparava a zero il suo famoso noio vulevàn savuar l’inderizz. Perché quella parola ha un senso preciso, e se proprio vogliamo sempre affondare le radici da qualche parte forse è meglio farlo nel sapere critico,…

La maledizione ciclistica di Filippo Tommaso Marinetti

Ci sono immagini davvero rivelatrici, a ben guardare. Come quella, spesso riprodotta anche in gigantografia su qualche parete di centro commerciale o altro spazio pubblico, di un elegante signore che cavalca orgoglioso una bicicletta. Vestito impeccabile, coi baffetti girati all’insù e presumibilmente impomatati quanto è unta la catena, cappello di paglia d’ordinanza, un impettito Filippo…

Pedalate spezzate

Si racconta che i primi pionieristici treni percorressero in realtà minuscoli tratti di rotaia, da un punto di una miniera all’altro, avanti e indietro. Anche le prime auto, in fondo, da giocattolini per ricchi annoiati quali ancora erano, non è che andassero troppo in giro, dovendosi accontentare delle malconce (almeno per quel tipo di veicoli)…

Anche la mobilità dolce può essere di destra

Vorremmo tutti avere dei comportamenti eleganti, adeguati al luogo in cui siamo, comodi ma al tempo stesso tali da farci sentire perfettamente all’altezza. Succede sia alle cene eleganti (o alle cene e basta), che al lavoro, per strada, quando saliamo o scendiamo le scale o saliamo sull’autobus. Pare sia piuttosto frequente, il caso di qualcuno…

Cittadinanza e ciclismo invisibili

Esistono varie forme di invisibilità, anche diverse da quelle di questi giorni plumbei e foschi. C’è l’invisibilità da emozione, stato soggettivo, condizione etnica, sociale, economica, di età, genere, limitazioni fisiche e psichiche varie. Poi c’è la surreale invisibilità acquisita, analoga a quella classica etnico-razziale, ma a cui si può accedere istantaneamente e a propria insaputa,…

Zone commerciali (1937)

L’area commerciale è uno spazio di relazione sociale Le persone sono attratte dalla folla. E il primo ruolo che devono svolgere le aree per gli affari è quello di mettere a disposizione spazi per le relazioni sociali. Era uno spazio del genere la piazza del mercato un tempo, molto più di quanto non lo siano…