Un modello territoriale vecchio 2.500 anni (almeno)

Quando lo scriba del biblico Libro dei Numeri si dilungava in particolari da geometra sulla profondità (misurata in cubiti, ovvero circa 40-50cm) della fascia di verde agricolo da riservare come tale all’esterno dell’area urbanizzata, sicuramente si sentiva piuttosto importante solo per il compito di star lì a mettere nero su bianco le sacre prescrizioni di…

Il cambiamento climatico è ciò che mangi

C’è una cosa assai abusata e assai ignorata, che si chiama metodo induttivo. Filosoficamente parlando è il procedimento che partendo da singoli casi particolari cerca di stabilire una legge universale. Restando un pochino più terra terra, ovvero non volendo assolutamente stabilire leggi o regole, ma formandosi una semplice visione del mondo (come quella associata alle…

Agricoltura: non ti allargare troppo!

Ora, non c’è alcun dubbio sul fatto che, almeno in linea generale, la città industriale moderna abbia lasciato troppo spazio alle componenti artificiali e meccaniche, relegando quelle naturali ai margini: vuoi dal punto di vista quantitativo, vuoi da quello funzionale, vuoi da quello dell’integrazione entro una logica di sistema. Il verde, ad esempio, sia negli…

Per un’agricoltura urbana economica e popolare

Spesso si pensa alla produzione di alimenti in ambiente urbano come a qualcosa di accessorio, un interessante gioco, un passatempo per annoiati, o magari una elegante sperimentazione. Il fatto stesso che il termine vertical farm evochi quasi in automatico e spontaneamente, sia negli entusiasti che nei detrattori a prescindere, quelle immagini patinate di architetture improbabili,…

Clamoroso: la scienza smentisce Cochi e Renato!

La gallina non è un animale intelligente: lo si capisce da come guarda la gente. Così recita da lustri la canzonetta cantata dal duo milanese e, cosa ancora più grave, scritta da un medico, Enzo Jannacci. Bene, tutto falso, perché le galline sono intelligentissime, come ha dimostrato una ricerca scientifica resa nota dal New York…

Il valore (prevalentemente) sociale delle colture urbane

Nelle fasi più cupe delle grandi guerre novecentesche, sia quella del 1914-18 che la successiva 1939-45, fiorivano anche nei posti più improbabili i cosiddetti orti della vittoria. Che certamente contribuivano in qualche modo a integrare la magra sbilanciata dieta di popolazioni colpite dalle distruzioni delle infrastrutture che impedivano i trasporti delle derrate, dallo spopolamento delle…

Il cane, l’agricoltura, le chiappe urbane

Ormai anche nel nostro paese (e non solo sulle riviste con particolari interessi ambientali) si moltiplicano quegli articoli della stampa dedicati alle curiosità vegetali e animali metropolitane: comportamenti inusitati, presenze piuttosto surreali, vere e proprie mutazioni in fondo degne di un racconto di fantascienza. Anche al netto di parecchio folklore, è innegabile che cose come…

La città, il cemento, la cementificazione

«Se la questione davvero ci preoccupa, forse dovremmo sapere quel che accade alle superfici agricole, prima di iniziare a elaborare piani basati più su una vaga percezione che sulla realtà». Parrebbe banale, questa brevissima citazione da uno studio internazionale sui consumi di suolo in aree metropolitane e le politiche per il contenimento degli impatti ambientali,…

La bufala ideologica della «shrinking city»

La popolazione mondiale cresce, e contemporaneamente cresce anche (molto più rapidamente) la quota di questa popolazione che risiede nelle città, città sempre più grandi anche se certamente molto diverse dal genere di conurbazioni continue e compatte che gli studiosi temevano nella fase matura dello sviluppo industriale, a cavallo fra XIX e XX secolo. Nonostante il…

La bestia (molto) ottusa che c’è in noi

Il degrado ambientale forse ha già prodotto anche un degrado dell’ambientalismo, ridotto a vago istinto animale che si compiace della propria idiozia rotolandosi da qualche parte, beatamente ignaro di quanto gli accade attorno. Le pecore per esempio: gran parte della gente non ha mai fatto il pastore, ovvio, né si è mai sognata di capire…