Greenbelt town: nuove forme dell’urbanizzazione (1936)

La scelta del luogo Il luogo di una greenbelt town si sceglie dopo studi approfonditi sulle questioni economiche e sociali delle grandi città. Da un primo gruppo di 100 ne sono state selezionate alcune con una tendenza stabile e di lungo periodo di crescita, economia solida, diversificazione produttiva, buoni salari e politiche del lavoro, e…

L’erba del vicino è dipinta di verde

Da un secolo e più il vero simbolo della casetta o casona in proprietà è quella prospettiva che dalla strada principale inquadra l’ingresso. Dove si è optato per una recinzione a muro o a siepe, bisogna superare il cancello per vederla spalancarsi davanti: che siano pochi metri o una più monumentale imitazione di reggia barocca,…

La dismissione dell’astronave direzionale

L’anticittà confusa con la città è un classicissimo delle nostre prospettive sballate quando si tratta di insediamenti urbani. Lo è in particolare quando quel minestrone fra le pietre dell’urbs care ai progettisti edilizi e analoghi, e le atmosfere libere della polis cara ai cultori della relazionalità, si fa indigeribile per eccesso di ingredienti. Del resto…

La bestia feroce della porta accanto

La cosa più singolare nei vari picchi stagionali della nostra esistenza urbana, si tratti delle eccezionali nevicate invernali, delle alluvioni autunnali, delle ondate di caldo estive, è il chiaro ed evidente manifestarsi di certe diffuse schizofrenie. Sono i momenti della verità, per così dire, in cui davanti all’alternativa tra un approccio personale strettamente individuale, ai…

La notte dei fagioli oscuri

Fra i principali strumenti della modernità urbana, l’analisi di sé, secondo vari percorsi tesi a far luce sul rimosso e l’oscuro, senza dubbio spicca, ma al tempo stesso è sottovalutata. Prendiamo le viscere per eccellenza della metropoli contemporanea, che ancora nel XIX secolo venivano vissute dal riformismo tecnico, sanitario e sociale come qualcosa da cancellare…

Domiamo la scimmia che c’è in noi

Secondo gli opinionisti informati ma favorevoli (per motivi che non stiamo qui a questionare per il momento) al cosiddetto «sviluppo del territorio» o dispersione urbana, quelli che invece sono parecchio critici dello sprawl non hanno mai capito il senso di quel che dicono. Insediarsi in grandi spazi aperti sarebbe bisogno innato dell’uomo e della sua famiglia, cosa…

Passerotto non andare via

Da diversi decenni si moltiplicano e articolano gli studi sull’evoluzione della fauna urbana, sui modi in cui si costruiscono veri e propri nuovi habitat del tutto accoglienti per specie selvatiche, sia nel caso in cui i loro territori siano stati invasi da case e strade, sia in quello in cui le bestiole sono volontariamente migrate,…

Con l’urbanistica si mangia

Fra le tante cose curiose, e piuttosto goffamente contraddittorie, del dibattito corrente sulle città, c’è il loro aspetto «alimentare». Emerso ad esempio al più alto ed esplicito livello alcuni anni fa nello scontro mediatico e culturale fra il gruppo di urbanisti-architetti responsabili del master plan del sito Expo 2015 e le autorità del Bureau International…

Mica si coltiva per mangiare

Nei primissimi anni ’80, mentre Manhattan lentamente si riprendeva dalla gigantesca crisi urbana così ben riassunta nelle cupe atmosfere del quasi contemporaneo film Fuga da New York, l’artista Agnes Denes piantava il suo Campo di Grano nelle superfici imbonite sulla sponda dell’Hudson di Battery Park. Meno di un ettaro di simbolico campo agricolo, giusto a…

Localismo straccione e nuovi orizzonti metropolitani sostenibili

Come ci raccontano quasi ogni giorno le cronache c’è un partito internazionale e trasversale con radici smisurate che affondano nel territorio, lo pervadono e ne sono pervase in una specie di simbiosi, orgasmo reciproco eterno. Un partito i cui rappresentanti nelle istituzioni e nei gangli economici fanno del localismo un dogma, uno stile di vita,…