A cosa serve l’archistar in città

Lontanissimi i tempi in cui estetizzanti architetti iniziavano a intuire, confusamente quanto efficacemente, le contraddizioni dello sviluppo industriale nel suo pieno dispiegarsi ottocentesco, iniziando quel percorso critico che avrebbe portato, attraverso le discontinue tappe della landscape architecture e della convergenza con alcune discipline sociali e sanitarie, all’affermazione dell’urbanistica moderna. Piuttosto lontani e superati (nonostante le…

Megalopoli e biodiversità

Che rapporto esiste tra una più attenta tutela delle superfici coltivabili da una inopinata espansione urbana, e il fatto che un punto vendita centrale di una catena di distribuzione inizi a tenere aperto il piccolo supermercato tutta notte? Ovvero cosa lega due cose che pare c’entrino meno dei cavoli a merenda? Invece c’entrano, c’entrano, almeno…

La sindrome del capannone

La cosa che più fa imbufalire, nell’azione del cosiddetto potere pubblico, è un uso del denaro del contribuente non solo del tutto discrezionale, ma contraddittorio per vasi non comunicanti. È il caso delle politiche economiche e di quelle ambientali, colpevolmente schizofreniche come dimostrano parecchi studi. Spesso si riferisce dello scontro fra grandi guru dell’innovazione terzo…

Riconversione abitativa su larga scala

Carlo è felice. Vive in una bella casa suburbana con tante stanze, doppio garage e ampio giardino, insieme alla moglie Lucia e ai figli Anna (13 anni), Giorgio (10 anni), la piccola Giuseppina detta Pippa anche se lei un po’ si offende (7 anni). Una bella mattina di settembre, però, Lucia a colazione lo prende…

Lo spazio produttivo virtuale sul territorio

La critica, a volte anche giustificata, a certe idee di sviluppo sostenibile locale, è quella di essere passatiste, reazionarie, e pure un po’ stupidotte. Stupidotte perché negano l’evidenza: ve ne state lì nel vostro paesello a vantarvi di non consumare suolo agricolo per case e capannoni, ma poi da lì prima o poi dovete e…

Quando la terra ti scompare sotto i piedi

Tra land grabbing vero e proprio, e sottrazione indebita di territori per usi cosiddetti urbani, si prosegue imperterriti nel consumo di suolo, con le multinazionali che si stanno mangiando Africa, Asia, Sud America, e altri (relativamente) piccoli soggetti che più vicini a noi proseguono con pratiche insostenibili. Come evidente, l’osservazione e critica di questi fenomeni…

Abbattiamo le emissioni, con la demotorizzazione

Ben oltre lo scandalo prevalentemente mediatico (oltre che finanziario) delle truffe sulle emissioni, la stampa pur a singhiozzo e con una montagna di contraddizioni, ci informa quanto anche i produttori di automobili abbiano chiarissimo che il modello di sviluppo socioeconomico territoriale legato al veicolo in proprietà è al tramonto. Insomma esisterebbero tutti i presupposti essenziali…

La sindrome del pignolo territoriale

Lo schema narrativo della saga dei Flintstones lo conosciamo tutti: ci sono un capofamiglia, una moglie e figli, una casa in un quartiere, con relativi vicini e conoscenti, la vita col suo tran tran va avanti fra incontri, faccende quotidiane, piccoli intoppi, avvenimenti un po’ surreali a rompere la monotonia, eccetera. C’è poi quel piccolissimo…

Lo sviluppo (vero) del territorio

Un efficiente e ordinato assetto del territorio, la tutela degli spazi aperti e dei sistemi ecologici dall’edificazione indiscriminata, è una precondizione indispensabile per lo sviluppo socioeconomico. Il che di fatto da solo sconfessa piuttosto brutalmente quel mitico «sviluppo del territorio» con le virgolette, decantato da lustri a destra e sinistra, quello che confonde in malafede…