L’app amplificatore di progettini fai da te

C’era una volta (e a dire il vero c’è ancora adesso, viva e vegeta) la cosiddetta «visione per la città». Aveva la caratteristica di essere in un modo o nell’altro comprensiva, ovvero di coinvolgere direttamente e meno direttamente moltissimi aspetti, spaziali, sociali, ambientali, economici. Altro carattere, o meglio grave limite, di questa grande visione, era…

La città africana e noi

C’è quel modo di dire, secondo cui «il vuoto in natura non esiste», e che fuor di metafora significa non lasciar mai un posto sguarnito, perché altrimenti verrà occupato da qualche inquilino magari assai poco rispettabile. Una formulazione un po’ diversa, ma a ben vedere identica, del medesimo concetto, potrebbe suonare: quando qualcosa esiste, dovrà…

Il brivido della gentrification post-veritiera

Post-verità: se ne parla di continuo da quando qualcuno ha pomposamente lanciato il nuovo termine, e naturalmente dall’istante successivo ne è iniziato anche il ribaltamento plurimo carpiato con doppio avvitamento. Per quanto riguarda il suo senso, assai terra terra per quanto ci riguarda, potrebbe suonare più o meno: non esiste una corrispondenza sola e diretta,…

La città è della gente … che ha le idee più chiare?

Davvero lo spazio urbano è qualcosa di così connaturato all’essere umano, da renderci del tutto normale e spontaneo elaborare progetti di trasformazione dotati di qualche senso? Non che avere idee sui luoghi che poi andremo in qualche modo a vivere debba per forza essere monopolio assoluto di qualche ispirato profeta del rendering, di quei tizi…

Urbanista: una persona o un punto di vista? (1928-2017)

Nei primi anni del fascismo, quando apparivano ancora vivaci alcune spinte variamente riformatrici che ne avevano sostenuto l’ascesa, uno studioso e «civil servant» italiano provava a porsi in modo innovativo il problema della pianificazione territoriale e urbanistica, cercando un percorso alternativo alla scorciatoia artistico-intuitiva parallelamente messa in campo dagli architetti vicini al regime, e che…

Londra: partecipazione urbana joint venture

La critica che più spesso si attirano i progetti pubblico-privati, ha a che vedere col particolare mix che (così accusa in genere la critica) vedono la parte pubblica sobbarcarsi gran parte degli oneri, mentre i privati non rischiano nulla e incassano tutti i vantaggi dell’operazione. Anche quando coglie nel segno al 100%, questo tipo di…

La galera della città ideale

Esiste una forma di autoesilio ed espiazione dagli errori collettivi altrimenti irrimediabili poco nota in quanto tale, ed è l’utopia, letteralmente il luogo che non esiste. Un eufemismo, questo «poco nota in quanto tale», perché i fondatori delle nuove comunità stili relazioni, in genere hanno sempre l’aura poetica ed eroica dei visionari rivoluzionari, non certo…

Le tre che fecero la rivoluzione

A una cena lo scorso autunno, parlavo del fatto che Women’s Strike for Peace aveva prodotto cose straordinarie nei primi anni ‘60, contribuendo tra l’altro alla fine dello House Un-American Activities Committee (HUAC, del senatore McCarthy). Un noto commentatore politico che mi sedeva di fronte ribatteva ridacchiando che le donne dello WSP non avevano avuto…

Spazio pubblico: principi e fruibilità

C’è una bella differenza tra le affermazioni di principio e ciò che si tocca effettivamente con mano. Non che le affermazioni teoriche siano senza valore, anzi quei principi di carattere generale stanno poi alla base di ogni azione concreta, ne costituiscono la qualità preliminare, ma anche nel formularle, queste basi essenziali, si deve tener conto…

Caro assessore ai Trasporti, ti scrivo

Gentile assessore ai Trasporti della mia Grande Città, e per conoscenza a tutti quanti gli interessati a vario titolo a tutelare sicurezza e incolumità dei cittadini, A seguito degli ultimi tragici eventi terroristici di Berlino, seguiti a loro volta al caso del tutto identico di Nizza, pare maturata la coscienza secondo cui non solo un…