Fra un geometra e un urbanista, la differenza salta agli occhi (o no?)

Esiste un ovvio motivo diciamo così «tecnico» per cui le città storiche del passato remoto ci appaiono caratterizzate prevalentemente dai loro spazi, edifici, infrastrutture pubbliche: erano costruite infinitamente meglio di quelle private. Per due concatenate e consequenziali ragioni, pure quelle «tecniche», ovvero che da un lato i mezzi a disposizione non erano certo quelli attuali,…

Che vuol dire, «Innovazione urbana»?

Tutti ci ricordiamo, più o meno dall’epoca delle medie o poco più tardi, il racconto di qualche insegnante sul concetto di «igiene» prevalente in epoche non troppo lontane dalla nostra. Quando dimenticate da secoli le pratiche di cura del corpo e dell’ambiente introdotte ad esempio dagli antichi Romani (terme, bagni, fognature, reti domestiche) tutto sembrava…

Lo sprawl come antidoto all’olocausto nucleare (1952)

Introduzione Dispersione non è una bella parola. Ha assunto una forte connotazione negativa, e cosa ancora peggiore non è neppure precisa. Continuiamo a usarla per un solo motivo, molto semplice: non ne abbiamo trovata nessun’altra che ci metta d’accordo tutti. Questioni semantiche a parte, possiamo concentrare l’attenzione su due aspetti impliciti che ne migliorano il senso. Primo: aree…

La tecnica della difesa aerea nei riflessi urbanistici (1935)

Premessa Il problema non è affatto nuovo nel campo dell’urbanistica, nazionale e internazionale. Nuovo è questo campo di studio, come sono nuove le teorie di guerra e nuove le armi di combattimento. Ogni era, ogni età storica, ebbe i suoi tipi di guerra, di battaglia, che diedero sempre un volto caratteristico alle planimetrie delle città…

L’infanzia infinita sulle giostre di quartiere

«Oh to live on Sugar Mountain, with the barkers and the colored balloons, Though you’re thinking that you’re leaving there too soon», così Neil Young interpretava tanti anni fa il classico rito di passaggio dall’infanzia a un’età più adulta, nella scia di altri spunti letterari contemporanei, almeno dal Giovane Holden in poi. L’interesse particolare della…

Le soluzioni soggettive creano guai in città!

Le percezioni soggettive sono l’unica cosa che abbiamo a disposizione? Si e no. Nel senso: dalle percezioni soggettive, più o meno spontanee, si parte sempre per individuare un problema, magari circoscriverlo, scovare nuovi spunti, ma c’è ben altro, e si tratta altrettanto semplicemente di riconoscere che chiunque ci circonda, magari dentro il medesimo ambiente o…

La bestia feroce della porta accanto

La cosa più singolare nei vari picchi stagionali della nostra esistenza urbana, si tratti delle eccezionali nevicate invernali, delle alluvioni autunnali, delle ondate di caldo estive, è il chiaro ed evidente manifestarsi di certe diffuse schizofrenie. Sono i momenti della verità, per così dire, in cui davanti all’alternativa tra un approccio personale strettamente individuale, ai…

La «scoperta» dei Navigli

Il progetto di ripristino dei tratti urbani dei Navigli a Milano, e le relative polemiche che animano le cronache cittadine, rappresentano una questione prettamente locale. Fatalmente però essa assume significati che travalicano questa dimensione, investendo temi di più generali legati alla promozione e gestione di grandi progetti urbani. Alcune suggestioni: il rapporto con la città…

Bologna: nuove comunità urbane

Up on housing project hill Is either fortune, or fame You must pick one or the other Though neither of them Are to be what they claim (Bob Dylan, Just like Tom Thumb’s blues Premessa Bologna, una giornata qualsiasi. Chiunque attraversi passeggiando o guidando un’auto, oppure percorra in autobus, i quartieri periferici, non può fare…

Quali spazi per quale società

Il dibattito mondiale sulle nuove forme assunte dal concetto di «famiglia» coinvolge molto notoriamente l’idea di welfare, e un po’ meno notoriamente recupera in sordina quell’antico e naturale legame tra welfare e politiche urbane, caduto formalmente in disuso nell’enfasi sul privato che ci sta sul groppone da lustri. C’è da dire, su questo versante, che…