Strani versi, rumori, l’occasionale intravedere un’ombra che sgattaiola via, qualcosa ci ricorda che gli umani non sono soli in città. Animali come i ratti, i procioni, le volpi, prosperano fianco a fianco coi vicini umani da quando le città esistono. Ma poi alcune politiche urbanistiche e il cambiamento climatico indotto dall’attività dell’uomo hanno modificato la nostra coesistenza. Le aree urbane si allargano sul territorio naturale circostante, si inoltrano nei boschi, e gli incontri tra uomini e fauna selvatica si fanno sempre più frequenti, spesso a spese di questi ultimi. Il clima urbano sempre più caldo rende sempre più difficile l’esistenza sia a noi che a tanti altri esseri che dalle nostre stesse strutture egualmente dipendono abitandole. C’è però anche qualcuno che prova a proteggere questi fragili ecosistemi. Per spiegare quanto il cambiamento urbano cambi anche la vita degli animali – e la nostra in termini comportamentali e sociali – proviamo con alcuni casi ed esempi pratici di cronaca recente.
Un orso nero nel «posto più magico della terra»
A settembre ha temporaneamente chiuso un pezzo di Disneyland Orlando, dopo che un turista aveva intravisto un orso nero di quasi settanta chili dalle parti del Magic Kingdom. I funzionari della Florida Fish and Wildlife Conservation Commission, che hanno catturato quella che poi si sarebbe rivelata una giovane femmina, per liberarla nell’oasi Ocala National Forest, spiegano che probabilmente il plantigrade vagava alla ricerca di cibo quando è inciampato nel parco a tema. Ed erano passati solo pochi mesi da quando era stato avvistato un altro orso in piano centro a Orlando. Non solo in Florida succede: in tante altre località di tutti gli USA (e non solo) si rilevano in crescita presenze di questi animali onnivori, che vagano per giardini privati, quartieri, o danneggiano auto nei parcheggi.
Addirittura nel sono stati avvistati dentro le metropolitane, come a New York o Washington, DC, oltre che in zone più rurali come Missoula, Montana, dove il conflitto tra abitudini degli orsi e degli esseri umani ha spinto la pubblica amministrazione a modificare le regole di raccolta e stivaggio rifiuti per impedire che si infilassero dentro i cassonetti alla ricerca di cibo. Secondo i conservazionisti gli avvistamenti sono destinati ad aumentare negli anni a venire man mano cresceranno le temperature globali e si sposteranno gli habitat spontanei naturali di tante specie che cercano qualche forma di sopravvivenza.
Nuovi finanziamenti alla gestione della fauna
Qualche mese fa in Idaho si è completata una grande opera per il traffico degli animali selvatici; un ponte di circa cinquanta metri sopra la trafficatissima Highway 21, che attraversa i più bei paesaggi naturali dello stato. I sentieri spontanei tracciati dagli animali nelle loro migrazioni stagionali rilevati dall’Amministrazione Caccia e Pesca, indicano una grande crescita del traffico verso il nuovo viadotto Cervidae Peak Wildlife Overpass, specie di cervi mulo nella transumanza invernale. Gli ci vuole un po’ per diventare utenti abituali della struttura, ma è sicuro che il progetto – comprendente anche alcune barriere-guida parallele alla carreggiata – potrà ridurre fino all’80% il rischio di incidenti coi veicoli. Le strade sono infatti una delle minacce principali per la fauna selvatica, con un milione di vertebrati uccisi ogni anno. E danni anche agli ecosistemi perché si interrompono catene alimentari e riproduttive fondamentali.
I passaggi artificiali per la fauna, ponti o gallerie, vengono considerati una soluzione efficace al problema creato dalle strade. Ma sinora si faticava a trovare risorse per realizzarli. Nel 2021, è stato varato il programma pilota Wildlife Crossings grazie alla Bipartisan Infrastructure Law, destinando 350 milioni di dollari su un quinquennio a progetti di questo tipo. E poche settimane fa sono stati annunciati gli aggiornamenti dei progetti: 19 opere per 110 milioni distribuite in 17 Stati.
A New York tornano i delfini
Ci sono un paio di delfini sguazzanti nelle cronache sin dall’inizio del 2023 quando sono stati avvistati mentre nuotavano nel fiume Bronx. Secondo il settore parchi di New York la cosa più probabile è che «abbiano spontaneamente risalito il corso d’acqua alla ricerca di pesce». L’avvistamento a gennaio è il primo dal 2017 dei mammiferi marini in quel fiume, non solo una curiosità per i cittadini ma anche un segno di progresso ambientale. Come qualunque altro corso d’acqua degli USA anche il Bronx River negli anni si era trasformato in una specie di condotto fognario industriale. Inquinamento, spazzatura, distruzione di habitat, avevano allontanato tantissime specie come i delfini. Ma oggi paga l’impegno nel ripristinare un po’ di salute del fiume, durato decenni, sia da parte dell’amministrazione che di associazioni volontarie come Bronx River Alliance. Il settore parchi per riportare vita immette anche varie specie ittiche che servono come cibo a quelle predatrici. Anche altre città in tutto il paese si sono impegnate in ambiziosi progetti per i propri fiumi, non solo per ragioni di miglioramento ambientale e recupero di biodiversità, ma anche economiche e per il tempo libero. In alcuni casi arrivando persino a rendere balneabili corsi d’acqua un tempo avvelenati.
Un parco urbano di Chicago è la casa di una famiglia di volpi
Non mancano avvistamenti di fauna curiosi neppure a Chicago, come quello di una svelta tartaruga e di un coyote saliti alle ribalte dopo essere comparsi rispettivamente nel Chicago River e a Quiznos. In cima all’elenco da quest’anno anche la famiglia di volpi rosse — due adulti e sei cuccioli volpacchiotti — insediati nell’affollatissimo Millennium Park al centro della città dalla primavera. Secondo i funzionari comunali si tratta di «un’aggiunta benvenuta», e ogni giorno per qualche tempo si chiude una zona per lasciarli scorazzare liberamente. Come procioni e scoiattoli, anche le volpi sono una specie «sinantropica», vale a dire spontaneamente ben adattata ad ambienti costantemente vissuti e trasformati da esseri umani, di cui sfruttano anche le strutture costruite. Ma, avvertono i conservazionisti, urbanizzazione crescente e temperature sempre più calde fanno sì che diventi sempre più difficile anche per loro abitare le città. Le volpi rosse, native dell’Illinois, decrescono di numero nell’area di Chicago, gli avvistamenti si fanno sempre più rari. L’altra specie cugina, la volpe grigia, è anche più a rischio. Gli esperti chiedono più attenzione per gli spazi verdi, con zone fitte in grado di proteggere quei mammiferi dal caldo estivo, sfruttando anche specie e associazioni vegetali locali.
Eventi sociali storici ed evoluzione degli uccelli
Una ricerca pubblicata a ottobre rileva come la discriminazione sia riuscita addirittura a influire sulla biodiversità. La popolazione di uccelli di Los Angeles, secondo la California State University, risulta meno diversificata nei quartieri segregati neri della città, rispetto a quanto succede in quelli più ricchi bianchi, separati dalle politiche per la casa dagli anni ’30. Gli studiosi attribuiscono questa disparità a quella delle coperture arboree e in generale alla presenza di verde nei quartieri poveri, che rende più complicata la presenza delle specie di uccelli. Accade così che le zone non bianche sono più ricche di uccelli sinantropici come piccioni o fringuelli domestici, adattati a un ambiente di insediamento denso, mentre le zone più ricche attirano uccelli di bosco come il picchio.
Nuovo stile nel contenimento della popolazione di ratti a New York
Nel 2015, fu il Pizza Rat a conquistarsi le cronache New York mentre ne trascinava una grossa fetta stretta tra gli incisivi giù per gli scalini della metropolitana. Sette anni dopo un altro collega invade i social media, su TikTok a condividere sui binari della sotterranea una frittella con un amico topo. Immagini che suscitano salaci battute sulla tendenza dei fidanzamenti in città, ma ci ricordano anche la costante presenza del nemico, un animale che da sempre sa sfruttare al massimo ogni risorsa urbana. New York City ha istituito da aprile la nuova figura del coordinatore generale per il contenimento dei ratti. A seguito dell’enorme aumento – come in tutte le altre città – dopo la pandemia, quando con la ripresa delle attività si è verificata una carenza di personale e organizzativa nella gestione dei rifiuti. Secondo gli esperti del settore non solo la quantità di topi è cresciuta, ma bisogna urgentemente ripensare tutte le tattiche di mitigazione.
Procioni malati invadono la più grande città del Canada
La città settentrionale cugina di New York, Toronto, dovrebbe dotarsi di un altro coordinatore, ma stavolta per i procioni. I vagabondi notturni qui sono al tempo stesso eroi e nemici (si sono addirittura guadagnati un proprio videogame). Gli abitanti un po’ si divertono per quelle tattiche – tuffi nei cassonetti in pieno giorno, corse tra le scansie dei supermercati, invasioni improvvise di giardini o corsie stradali – ma vorrebbero anche qualche attenzione in più dalla città. Quest’anno il problema dell’amministrazione è è stata una epidemia di cimurro tra questi teppisti pelosi. Tra gennaio e aprile oltre 3.600 richieste di intervento per esemplari malati o feriti, cinque volte tanto l’anno precedente. Colpa in parte dell’inverno troppo tiepido. Certo il cimurro non si trasmette agli esseri umani, ma potrebbero insorgere malattie diverse in altre specie.
Sbarca sulla spiaggia la foca Neil
E per fine anno arriva Neil, foca elefante grande successo su internet. È sbarcata sulla spiaggia dell’isola di Tasmania a inizio mese, come fa regolarmente, proseguendo poi verso l’entroterra di parcheggi, giardini privati di villette, e affetto degli abitanti. Ma pesando oltre mezza tonnellata è anche una specie di cataclisma, abbatte arredi stradali, cartelli, si scontra con le forze dell’ordine pubblico. I conservazionisti marini locali spiegano che la foca di tre anni si riposa a terra dopo un periodo di caccia e accumulo di grasso, e prima di tornarsene in mare. Quell’aspetto tondeggiante e i movimenti che paiono un po’ goffi attirano certamente pubblico, ma è una fama che potrebbe anche risultare dannosa all’animale (ricordate il tricheco Freya?): manteniamo le distanze, per la nostra sicurezza e la sua.
da: Bloomberg CityLab, 27 dicembre 2023; Titolo originale: How Animals and Cities Collided in 2023 – Traduzione di Fabrizio Bottini