Ora c’è un motivo in più perché le coppie cerchino di restare insieme: gli scienziati hanno aggiunto il divorzio al lungo elenco delle cose che fanno male all’ambiente. Ricercatori Usa, in uno studio che si ritiene sia il primo a legare lo scioglimento dei matrimoni al relativo impatto ambientale, hanno concluso che decisamente il divorzio non è verde. Affermano che conduce “a stili di vita con un uso inefficiente delle risorse” che fa impennare drasticamente i consumi di acqua ed elettricità, oltre alla domanda di abitazioni. Anche se non sorprende, il fatto che lo studio abbia rilevato come le coppie separate e i loro figli consumino più di quanto non farebbero se la famiglia restasse intatta, la quantità dei danni causati all’ambiente non era mai stata calcolata prima con tanta precisione.
La ricerca indica anche che spingere le persone a reinnamorarsi fa bene al pianeta, perché una nuova coabitazione fa tornare l’impronta ecologica alle dimensioni della famiglia. “Il divorzio aumenta il numero dei nuclei, il che incrementa la domanda di prodotti per la casa, come lavatrici o frigoriferi” spiega Jianguo Liu, uno degli autori. Liu è direttore del Center for Systems Integration and Sustainability all’Università Statale del Michigan.
I particolari dello studio sono pubblicati questa settimana sull’edizione online di Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca ha ricostruito il rapporto fra divorzi e uso di risorse in 12 paesi, sia sviluppati che in via di sviluppo, rilevando come la rottura dei matrimoni pesi parecchio. Nei paesi studiati, i divorzi hanno creato 7,4 milioni di nuclei in più attorno all’anno 2000, alimentando nuovi bisogni di beni di consumo. Il Canada non è nell’elenco, ma ci sono ad esempio Stati Uniti, Grecia, Romania, Spagna, Brasile e Cambogia. La quantità di coppie che divorziano cresce a livello internazionale, a indicare come il danno ambientale da rottura dei matrimoni sia in rapidissima crescita, secondo lo studio. Negli Stati Uniti, i nuclei familiari con il capofamiglia divorziato sono 15,6 milioni nel 2000, contro i 3,4 milioni del 1970.
“Non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi, compresi quelli in via di sviluppo come la Cina o contesti con rigide norme religiose riguardo al divorzio, stanno sperimentando molte frammentazioni dei nuclei familiari” commenta Liu. “Di conseguenza si assiste ovunque a un incremento nel consumo di acqua, energia, spazio”. Nonostante la ricerca si sia concentrate sul divorzio, afferma che anche altri elementi, come la diminuzione delle famiglie multigenerazionali, e l’aumento di quelle senza figli hanno simili effetti ambientali, perché riducono le dimensioni dei nuclei e ne aumentano il numero.
Lo studio rileva che negli Stati Uniti i nuclei divorziati spendono fra il 46% e il 56% in più di elettricità a persona di quanto non accada con le famiglie unite. Guardando al paese nel 2005, afferma che le coppie divorziate avrebbero potuto risparmiare all’uso oltre 38 milioni di stanze, 73 miliardi di chilowatt-ora di elettricità, e 2,4 trilioni di litri d’acqua, rispetto alle coppie sposate. Le quantità d’acqua, case ed elettricità delle statistiche per gli Usa sono l’equivalente di una città molto grande. L’acqua da sola è quella consumata da 13 milioni di persone, secondo i consumi caratteristici americani, e la spesa in più per le due bollette è di 10,5 miliardi di dollari. Nei 12 paesi esaminati, le famiglie divorziate di norma avevano al loro interno 1-2 persone in meno rispetto alla media delle famiglie sposate. Liu spiega di aver notato che le persone restano sorprese nello scoprire come la ricerca mostri che le conseguenze del divorzio non sono soltanto personali e sociali.
“Fra la gente con cui ho parlato nessuno era consapevole degli impatti ambientali del divorzio”.
Liu continua spiegando che la ricerca ha sottostimato l’inquinamento aggiuntivo da divorzio, non inserendo nei calcoli altri fattori che si verificano quando una coppia si separa, come l’aumento nella proprietà di auto, i chilometri in più per vedere i bambini, i quali entrambi incrementano le emissioni di gas serra. Alla luce della ricerca, conclude, i governi dovrebbero offrire incentivi fiscali perché i divorziati si risposino o convivano, e divulgare gli effetti ambientali dei divorzi, oltre ad allungare i tempi di attesa prima di consentire le separazioni.
da: The Globe and Mail, 4 dicembre 2007 – Titolo originale: Divorce hurts the planet too – Traduzione di Fabrizio Bottini