Il tuo balcone è già una centrale elettrica: sfruttalo

 

foto F. Bottini

Matthias Weyland apprezza molto quando qualcuno gli fa delle domande a proposito del suo balcone. Un paio di pannelli solari appesi alla ringhiera che spiccano col colore blu scuro contro il rosso dei mattoni dell’edificio ad appartamenti. Sono collegati a un micro-convertitore sulla parete che alimenta direttamente l’impianto domestico. Nelle giornate di sole riesce a produrre così abbastanza energia per metà delle esigenze di famiglia. Weyland è solo uno delle centinaia di migliaia di tedeschi che in tutto il paese hanno adottato balkonkraftwerk, balcone a energia solare. A differenza del fotovoltaico installato sui tetti, questo tipo di tecnologia non richiede di essere proprietari dell’immobile, e l’allacciamento lo può fare chiunque sia capace di una semplicissima installazione di dispositivo. Gran parte delle persone li acquista online o all’ipermercato per una cifra che si aggira attorno ai 500 euro.

La facilità di montaggio e connessione alla rete, insieme alle decise promozioni governative per favorirne la diffusione, ha reso estremamente popolari questi pannelli. Se ne calcolano oltre 550.000 nelle città e cittadine del paese, più della metà installati nel 2023. E all’inizio di quell’anno la Germania poteva aggiungere 200 megawatt di solare da balcone. Secono do le norme non si può produrre più di 800 watt per dispositivo, sufficienti per alimentare un piccolo frigorifero o ricaricare il computer, ma l’effetto cumulativo sta decisamente spingendo di più verso obiettivi di energia pulita e dando la semplice possibilità ai residenti in appartamento (più della metà della popolazione) di risparmiare soldi affrontando nello stesso tempo la crisi climatica. «Mi piace molto la sensazione di poter ricaricare la bicicletta al sole, o far funzionare la lavatrice, sapendo che l’energia arriva tutta da lì»» spiega Weyland. «È una piccola cosa che possiamo fare da inquilini in affitto» e anche «una forma di azione invece di aspettare passivamente che peggiori la crisi climatica».

Il solare da balcone è una tecnologia disponibile da una decina d’anni, ma si è affermata solo dopo la pressione del settore e delle associazioni, circa cinque anni or sono. Il governo tedesco ha approvato le prime norme di regolamentazione per il solare plug-in nel 2019, consentendo l’allacciamento a normali prese e alla rete. Il che ha spinto molto il mercato di questa tecnologia. Grazie anche alla pandemia quando tante persone erano costrette a stare in casa e arrangiarsi un po’ nel fai-da-te. Più di recente con l’impennarsi dei prezzi dell’energia dopo l’inizio del conflitto Russia-Ucraina molti tedeschi sono stati poi attirati al balcone solare. «Avrebbero fatto qualunque cosa per abbassare le bollette elettriche» commenta Wolfgang Gründinger, collaboratore della compagnia di energie rinnovabili Enpal.

A livello federale e locale si sono moltiplicati gli sforzi per rendere questa tecnologia più accessibile. Ad aprile il governo semplifica il sistema di permessi e registrazione, a giugno si approvano le tutele per gli inquilini che vorrebbero installare i dispositivi ma sono arbitrariamente impediti dalla proprietà. Poi le amministrazioni cittadine di tutta la Germania, da Berlino a dove abita Weyland, Kiel, che investono milioni di sussidi per chi fa quella installazione. Gründinger ae altri esperti alla Associazione Industriale Tedesca per il Solare notano che i dispositivi si adattano bene alla rete, non la sovraccaricano, e il design e sicurezza li rendono facilmente inseribili in qualunque contesto.

Nonostante tutto appare chiaro che il solare da balcone non consente di produrre molta energia e far risparmiare troppo. Weyland ha speso i suoi cinquecento euro per l’impianto da 600 watt. È soddisfatto di quanto producono i suoi pannelli nelle giornate serene di sole, ma si tratta di giornate abbastanza rare nella Germania settentrionale. Calcola che risparmiando un po’ meno di un centinaio di euro l’anno in bolletta si ripagherà l’investimento in cinque anni. Ed è nomale, anche se i sostenitori della tecnologia affermano che l’efficacia – quindi i tempi del risparmio – dipendono dalla quantità di pannelli, dall’orientamento, dall’ombra proiettata da altro. Una casa dotata di «balconi abbastanza ampi ed esposti al sole a sud» può arrivare a produrre il 15% della sua elettricità così, secondo Peter Stratmann, responsabile della Agenzia Federale Tedesca che regola il settore. 

Si diminuiscono un po’ le bollette familiari ma l’impatto sui consumi nazionali è piccolo. «Anche installando pannelli su tutti i balconi disponibili nazionali arriveremmo al massimo all’1% del fabbisogno energetico dichiara Stratmann a Deutsche Welle. Ma se il solare da balcone produce poca energia, come mai tante persone corrono a dotarsene? A molti piace l’idea di prodursi l’elettricità in casa senza dipendere del tutto dalla rete. È anche un modo molto tangibile di far qualcosa per il clima. «La transizione energetica diventa più concreta anziché un concetto astratto» commenta Helena Holenweger dell’associazione Deutsche Umwelthilfe, Azione Ambientale Tedesca. Anche lei ha installato uno di quei pannelli sopra il suo garage un anno fa: «Si fa praticamente qualcosa».

Holenweger e altri così hanno anche iniziato a riflettere di più sui propri consumi e provato a ridurli. «Tanti considerano l’energia una cosa che esce dalla presa – continua Holenweger e non si pensa mai da dove viene e come funziona». Il sistema non prevede batterie, e quindi l’elettricità prodotta va consumata immediatamente, così le persone si organizzano cercando i momenti migliori per far andare la lavatrice quando la si può alimentare con quella fonte rinnovabile. In questo modo tutto diventa una specie di gioco. In diverse versioni del dispositivo è compresa una app per seguire la produzione quotidiana, e calcolarla come se fossero dei punteggi. «Fanno uno screenshot te lo mettono sul gruppo Facebook o su WhatsApp. Sono molto fieri».

La Germania è unica in questo entusiasmo per la nuova tecnologia. Anche se si sta diffondendo in Austria, Olanda, Francia, e altri paesi europei, i dispositivi plug-in solari non sono neppure disponibili negli Stati Uniti per via di regole e permessi locali. Inoltre, il progetto è costruito sugli standard europei ed è incompatibile con le reti energetiche USA. Però anche in Germania non mancano gli ostacoli, dalla opposizione della proprietà immobiliare timorosa dei rischi di cortocircuito, o contraria all’aspetto estetico dei pannelli. L’anno scorso, Weyland ha fatto causa all’amministrazione del suo condominio per gli ostacoli irragionevoli che metteva all’installazione, tra cui un esame e revisione dell’impianto elettrico. Un tribunale gli ha dato ragione nell’ottobre 2023, ma i casi analoghi si ripetono regolarmente. Weyland spera che siano sempre di più le persone che adottano il solare da balcone e le cose possano cambiare. Tutti gli chiedono dei suoi pannelli e gli amici stanno cominciando a installarli a casa loro. «Nel quartiere sono tantissimi a interessarsi dopo averli visti: è un po’ come una valanga che cresce man mano scende».

da: Grist, 26 settembre 2024; Titolo originale: How Germany outfitted half a million b

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