WASHINGTON — Secondo un recente studio della Brookings Institution, istituto di ricerche della Capitale, il recente ingresso di aristocratici dalle parrucche incipriate straricchi nelle aree urbane già gentrificate, sta espellendo forzosamente le fasce più deboli dei professionisti della finanza, che abitano quei luoghi a volte da addirittura due o tre anni. Maureen Kennedy, esperta del problema della casa e coordinatrice della ricerca, spiega che l’enorme ricchezza da rendita degli aristocratici rende impossibile per chi vive dei modesti proventi della speculazione finanziaria accedere ai prezzi imposti dai nuovi condomini ed ex contenitori industriali convertiti in loft.
«Se c’è un nobile con le scarpe dalle fibbie d’oro e il diadema disponibile a pagare dieci o quindici volte tanto un castelletto restaurato (e per giunta a pagarlo in contanti sull’unghia con un sacchetto di ghinee d’oro) l’onesto lavoratore finanziario con le sue poche centinaia di migliaia di dollari l’anno semplicemente è fuori mercato. Se la tendenza continua questi quartieri tanto vitali, coi loro bar di tendenza, i tavolini all’aperto, le imitazioni così riuscite, diventeranno un bel rimpianto». Secondo Kennedy, una delle questioni più urgenti poste dalla rapida aristocratization urbana, è il drastico obliterarsi dello spazio abitabile a scala metropolitana.
«A Chicago tre interi isolati nella zona di Wicker Park, dove un tempo stavano otto famiglie, due negozi di abbigliamento vintage, una lavanderia in stile francese, un fornaio di tendenza, sono stati rasi al suolo per realizzare una stalla privata con deposito di carrozze e finimenti. Oggi non si può più metterci da nessuna parte un normale condominio di superlusso, non ci abita nessuno salvo lo stalliere cocchiere che ha un suo posticino per dormire sopra il fienile».
Molte tra le persone colpite da questa drastica trasformazione dei propri quartieri che sembravano intoccabili, sognano un ritorno agli stessi quartieri odiosamente privilegiati di un tempo. Tra i primissimi a subire il colpo di questo assalto all’arma bianca dell’aristocrazia, intervistiamo un operatore economico di Brooklyn, Neil Getz.
«Da queste parti potevi prenderti un frappuccino equosolidale con croissant al cioccolato per dieci dollari» racconta Getz, che sta pensando di tornare a stare dai suoi genitori, dopo aver chiuso il negozio di verdura biologica (lo spazio è stato rilevato da un accordatore di clavicembali).Oggi ci sono solo sale da tè e club privati dove si ritrovano a bere champagne e piluccare lattonzoli, non me lo posso permettere. È davvero un peccato. C’era quel bel negozietto giusto di là dalla via di fronte al mio appartamento dove ho comprato un ricordino post-punk quando è nata la mia bambina. Adesso hanno convertito l’intero isolato in Teatro dell’Opera».
I rappresentanti dell’aristocrazia elegantemente negano di aver in qualche modo danneggiato coi loro cambiamenti chi era semplicemente molto ricco, obbligandolo ad andarsene, e invece sono molti a sostenere che il sangue blu abbia apportato indubitabili vantaggi. Tra cui il calo della criminalità, si dice grazie alle nuove forme di punizione, dalla fustigazione di piazza, alla gogna, che consentono di guardare dritti negli occhi i rappresentanti della classe più elevata.
«Le accuse che ci vengono mosse sono pure disgustose calunnie» replica Lord Nathan Dunkirk III, dagli spalti della sua magnifica magione, con torre a spirale e giardino formale all’italiana, che occupa oggi tutta quella che un tempo era la zona Haight-Ashbury di San Francisco. «In realtà ci sono un sacco di sfaccendati perdigiorno che grazie a noi hanno trovato abbondanza di occasioni di trovare interessanti posti di lavoro come sguatteri e lustrascarpe». Altri aristocratici concordano con Lord Nathan, aggiungendo che da temere ci sarebbe invece la regification, quello strisciante processo secondo cui si espelle la nobiltà dalle sue vaste tenute rurali per sostituirla con famiglie reali che ci costruiscono sopra regge monumentali.
Titolo originale: Nation’s gentrified neighborhoods threatened by aristocratization – Traduzione di Fabrizio Bottini