Non fare figli fa bene all’ambiente

Foto F. Bottini

Un tempo sposarsi e avere dei figli era una norma sociale, ma le cose cambiano. Cresce l’autonomia individuale delle persone, e sono sempre più quelle che decidono autonomamente di non avere figli. In un articolo dedicato alle «Sette ragioni per decidere di non essere genitori», A. Pawlowski calcola come negli anni duemila le donne americane di età tra i 40 e i 45 che hanno fatto questa scelta siano il doppio che negli anni settanta. E una delle ragioni che la Pawlowski mette in luce è l’idea che si tratti di una decisione responsabile. Molte donne ritengono che avere figli contribuisca alla sovrappopolazione, una minaccia incombente, e al conseguente impennarsi dei consumi. Facile immaginare cosa significano, entrambi i problemi, per il pianeta. Ma in che modo, esattamente, avere dei figli può avere effetti sull’ambiente, e che differenza fa decidere di non averne?

La Decisione

La sovrappopolazione è un tema spesso dibattuto nelle discussioni sul cambiamento climatico. Oggi la Terra è abitata da 7,7 miliardi di persone e secondo le proiezioni delle Nazioni Unite la cifra entro il 2050 potrebbe aumentare fino a 9,7 miliardi, a seconda delle tendenze culturali, o delle politiche sanitarie. Tanta popolazione significa sfruttamento di risorse naturali per i consumi, inquinamento, e si ritiene da molte parti che sia inutile cercare la sostenibilità se non si fa nulla per la sovrappopolazione. Ed ecco il motivo per cui si sceglie di non avere figli: l’impatto sull’ambiente. Non mettere al mondo altri bambini in una situazione di incertezza ecologica pare una scelta individualmente responsabile. Più popolazione vuol dire più consumi elettrici, più consumi energetici. Per non parlare del fatto che la produzione di energia pesa in gran parte su quei carburanti di origine fossile alla base del cambiamento climatico. Finché non terminerà la dipendenza dai combustibili fossili e non si passerà a fonti rinnovabili, resterà questa ragione per non avere figli: per molti è una scelta etica.

Perché

Lo sapete che avere un solo figlio crea una impronta ecologica di 58,6 tonnellate di carbonio l’anno? Se questo è l’impatto di un singolo essere umano, immaginiamoci quello di tutti i bambini che nascono sul pianeta. Molti ritengono che averne di meno possa contenere il degrado ambientale. Molti sono convinti che la crescita della popolazione abbia effetti negativi irreversibili, come pensano associazioni quali Population Matters o il movimento Voluntary Human Extinction. Gruppi che fanno propaganda contro l’aumento di popolazione, sottolineandone gli effetti negativi specie sul lungo termine. Semplicemente, più popolazione equivale a più consumi, il che esaspera sia la questione climatica che quella dei rifiuti non smaltibili. Per fare un piccolissimo esempio non avere figli piccoli significa meno pannolini, o magari anche meno emissioni dell’automobile per trasportarli avanti e indietro quando cresceranno.Oltre agli effetti sul pianeta, la ragione per cui alcune donne decidono di non avere figli è la carriera. Chi aspira ai piani alti della responsabilità preferisce non crearsi altri ostacoli oltre a quelli enormi già esistenti. Secondo la rivista Fortune, su un campione di 500 imprese, le donne che diventano amministratore delegato a un ritmo di una ogni due anni lo fanno molto più lentamente degli uomini. Raggiungere i vertici della professione essendo anche madri, cosa certo non impossibile, è comunque molto più difficile.

Il contributo per il pianeta

Avere meno figli fa una differenza? L’umanità ha consumato più risorse negli ultimi cinquant’anni delle generazioni precedenti. E una delle ragioni è di sicuro la crescita esponenziale della popolazione. Una ricerca del 2017 ha rilevato che il contenimento del cambiamento climatico sarebbe più efficace se solo tutti facessero un figlio in meno. Trattenersi, rallentare, e si vedrebbero gli effetti. Come accennato prima, meno densità di popolazione sul pianeta, meno impronte ecologiche. Anche aumentare la consapevolezza di questa decisione può aiutare altre persone a prenderla, come sacrificio per il futuro del pianeta. Che non significa dire smettetela di fare figli del tutto: è una decisione del tutto personale. Se cercate percorsi alternativi per contribuire ad abbassare le emissioni di anidride carbonica, potete anche lavorare sul vostro stile di vita quotidiano. Cambiando il modo di usare l’automobile, magari solo non lasciando il motore acceso per niente: producete già tante emissioni, pesa anche quel poco. Se avete dei figli gli date un ottimo esempio, perché diventino consapevoli della propria impronta ecologica. Ma anche vivere senza figli può essere un’esistenza ricca e significativa, credere in una causa, farlo per i figli altrui, che si avvantaggeranno delle tue scelte.

da: E-Environmental Magazine, gennaio 2020 – Titolo originale: «The Environmental Decision to Abstain From Parenthood» – Traduzione di Fabrizio Bottini

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Un pensiero su “Non fare figli fa bene all’ambiente

  1. Finalmente un articolo che non deride o demonizza chi, per il fatto che la specie umana sta uccidendo un pianeta vivente, sceglie, insieme ad altri necessari comportamenti virtuosi, di non avere figli, o di farne uno. Due massimo, non so se sono ancora tollerabili o è già troppo tardi (questo dovrebbe dirlo un matematico. L’importante è che la popolazione cali).
    — D’altro canto, con la rivoluzione industriale e le scoperte mediche-scientifiche (e la commercializzazione e diffusione in massa di vaccini, antibiotici, medicine varie, e gli interventi chirurgici) abbiamo aumentato l’aspettativa di vita.
    Se ancora all’unità d’Italia (1861), l’aspettativa di vita era di 49,29 anni, e la mortalità infantile sempre molto alta, e di quando in quando un’epidemia o una guerra aumentavano le morti, oggi abbiamo un’aspettativa di vita di quasi 90 anni.
    Non in tutto il mondo, certo, ma anche i paesi più poveri ambiscono a tale meta.
    — In più, viviamo in un sistema industrializzato e consumista, dunque altamente inquinante. Dai agli esseri umani i comfort, gli agi… ed essi ne abuseranno. E’ la natura umana. Il pianeta collassa. Le persone, giusto per fare un esempio fra tanti, non si preoccupano nemmeno di spegnere l’auto da fermi, no, perchè devono tenere l’aria condizionata o il riscaldamento acceso, o “gli fa male la mano a girare la chiave”, come dico io, piuttosto tirano giù il finestrino se stanno anche fumando, ma il motore resta acceso.

    Non tutti. Molti sì.

    Viaggiamo con gli aerei, le navi, le auto….. le industrie producono (inquinando) una montagna di beni (molti inutili e futili) che poi finiranno gettati nell’ambiente.
    Anche riciclare inquina, e comunque non si può riciclare tutto.
    Ogni attività umana inquina. Anche produrre le auto elettriche che dicono ci salveranno dallo smog, inquina. Produrle e smaltirle. E le batterie di queste auto?
    —Siccome molti (anche articoli sul web) la puntano sul fatto che sono i paesi ricchi a consumare, i poveri no, quindi tra un bambino nato in America e 10 bimbi africani, per esempio, inquina di più quel singolo, quindi il problema non è numerico, secondo loro, ma degli stili di vita, rispondo che:
    A) anche i paesi poveri aspirano a vivere (e dunque consumare e inquinare) come noi. Non è che non lo fanno perché amano e rispettano madre Terra;
    B) il problema sono i consumi e le industrie, non (anche) il numero di esseri umani, dicono___> bene, aboliamo tutto. Torniamo ad una vita preindustriale. A questo punto crollerebbe il nostro sistema economico (sistema per il quale, pur di tenerlo in piedi, ci dicono di “fare più figli”, e ci dicono, a proposito, quanto sia importante avere sempre dei consumi alti), e con esso la medicina moderna e la possibilità di avere farmaci su scala globale e diffusa: la popolazione umana si ridurrebbe drasticamente, l’aspettativa di vita ritornerebbe molto più bassa, la mortalità (inclusa quella infantile) molto più alta, e il problema ambientale sarebbe risolto;
    C) queste persone dovrebbero usare gli avverbi e gli aggettivi giusti e al momento giusto: il problema non è solo numerico, ma ANCHE numerico. Quindi comportamenti individuali E miliardi di umani. Sono ENTRAMBI problemi.

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