Il Partito Laburista britannico ha reso noto un grande programma di costruzione per un milione e mezzo di nuovi alloggi nei primi cinque anni di governo, come si prevede succederà dopo le prossime elezioni di luglio. Il vicesegretario del partito e attuale ministro ombra per la casa, Angela Rayner, già ne aveva accennato in maggio al Real Estate Investment and Infrastructure Forum di Leeds, affermando che il Labour intende realizzare una nuova generazione di new towns con abitazioni di concezione futura, ispirate a sobborghi giardino come quello di Roundhay a Leeds. Secondo i calcoli laburisti il 40% dei nuovi alloggi sarà di case economiche e sociali. Keir Starmer aggiunge che quando il partito avrà vinto le elezioni si costruiranno almeno quattro città nuove. Tutto molto ambizioso e anche condivisibile.
Lo spesso citato «bisogno di case» ammonterebbe a 300.000 nuovi alloggi l’anno. Ma si tratta di un calcolo preciso? Il rapporto Housebuilding Crisis del 2023 elaborato dal Centre For Cities, conclude: «L’Inghilterra ha bisogno di 442.000 nuove case l’anno per coprire le necessità pregresse e allinearsi alla media europea sull’arco di 25 anni, o 654.000 per arrivarci in 10 anni. L’obiettivo fissato attuale di 300.000 allunga invece quell’arco di tempo ad almeno mezzo secolo. Gli attuali livelli di costruzione – 220.000-240.000 l’anno – costituiscono il minimo per restare in una situazione stabile di distanza rispetto alla media europea». Quella cifra delle 300.000 (un milione e mezzo sui primi cinque anni di governo laburista) non pare più ambiziosa delle promesse conservatrici del 2017. Se i calcoli del Centre for Cities sono affidabili si tratta di meno di un terzo di quel che servirebbe ogni anno.
Ma non è soltanto la quantità di nuovi alloggi ad essere importante: gli effetti di lungo periodo dipendono dal tipo di abitazioni che costruiremo. E tempo proprio che se si realizzeranno quelle nuove città e sobborghi giardino di cui parla il Labour, si tratterà di insediamenti a bassa densità auto-dipendenti, inseriti dentro uno sviluppo territoriale di autostrade. E si tratta di un concetto sbagliato: ciò di cui abbiamo bisogno sono alloggi più piccoli nei centri urbani e con meno stanze di quelle «case da impiegato» suburbane con garage doppio. A Londra, col suo ben funzionante e integrato sistema di trasporti pubblici, il problema pare meno difficile di quanto non sia in cittadine minori o nelle regioni, dove qualunque nuovo insediamento semplicemente genera spostamenti in automobile su strade già intasate. Un disastro per la sostenibilità la qualità della vita e il contenimento delle emissioni.
Se vogliamo salvare capra e cavoli, ovvero costruire le case di cui il paese ha bisogno ma delineare un futuro sostenibile, dobbiamo riflettere sulla priorità della densificazione urbana. Londra può dotarsi 300.000 nuovi alloggi solo con la tecnica dello infill e del riuso, ma lo stesso può valere anche per tante altre città e cittadine. Costruire nei centri urbani crea le condizioni per delle «città pedonali» e quartieri dei 15 minuti diminuendo gli spostamenti in auto, migliorando gli stili di vita, rivitalizzando le economie locali. Le città e nuovi suburbi del Labour devono essere progettati a densità più elevate di quanto non avviene tradizionalmente con questi progetti.
Occorre anche evitare un altro terribile errore del passato, la «monocoltura della casetta economica». Si realizzano quartieri coesi mescolando le fasce di reddito, per città più abitabili e sicure. Un grande potenziale ha anche la densificazione leggera dei centri urbani perseguita lavorando sugli edifici esistenti, trasformati o ammodernati per ottenere alloggi più piccoli e modificabili di cui c’è tanto bisogno, sfruttando l’enorme energia delle nostre città e riducendo le emissioni. La questione delle abitazioni in Gran Bretagna è un problema complesso così come lo è da settant’anni almeno e non esiste una sola soluzione possibile. Si è aggravato per colpa di un mercato ciclicamente inflazionato, pressioni economiche, assenza di investimenti sia nelle città che nei trasporti e infrastrutture. Il Labour afferma che siamo a un punto di svolta, ed è giusto. Le decisioni di oggi sulla casa determineranno l’abitabilità e sostenibilità britannica per i prossimi settant’anni. Cogliere e sfruttare le potenzialità dei centri per le nuove case significa un passo deciso nella giusta direzione.
da: Architect’s Journal, 25 giugno 2024; Titolo originale: Will a new Labour government build more car-dependent urban sprawl? Traduzione di Fabrizio Bottini