Città giardino solubili e pronte all’uso

Se sapete già di che si parla, o credete di saperlo, saltate pure questo articolo, vi annoiereste e basta. Se invece siete fra coloro che davanti alla parola magica, città giardino, iniziano quasi inconsapevolmente a sentire profumi di gelsomino, intravedere steccati bianchi o profili di tetti ad abbaino (anche se siamo all’Equatore e di neve…

L’equivoco globalizzato della Città Giardino

Gli slogan sono trappole micidiali, e più funzionano più sono micidiali. A differenza delle trappole fisiche, quelle con la gabbia la tagliola gli spuntoni, gli slogan acchiappano di norma anche chi pensa di essere il cacciatore, perché la sua intuizione vincente se lo mangia subito in un boccone. Con la Città Giardino, era già evidente…

Agricoltura per la nuova società (1919)

“Presero l’aratro, i figli di Urizen: lo ripulirono Dalla ruggine del tempo: tutti i suoi acuminati utensili – d’oro e argento e avorio Brillarono di nuovo nell’immensità dei campi” [William Blake] Il giardino dimenticato “Una nazione di bottegai”. Così Napoleone si prendeva gioco del nostro paese; e va detto che gran parte del nostro sviluppo…

Nascita della Città Giardino (1913)

Le associazioni di villaggio Erano particolarmente attive all’inizio del XIX secolo le società edificatrici, che realizzarono parecchi piccoli quartieri. Ci si impegnava anche per allargare il campo, e nel settembre del 1845 l’architetto londinese Moffatt propose una associazione con lo scopo di realizzare dei villaggi entro un raggio di dieci.quindici chilometri dalla metropoli. Il piano…

Ecomostro sarà lei!

Non passa giorno, ormai minuto sui social network, senza che spunti qualche poeta del bel tempo andato, quando si stava così bene, ma così bene … che tutti provavano a scappare a gambe levate, da quel bel tempo andato, costruendo appunto i vari tempi attuali per nulla desiderabili. Uno strabismo di gran moda, quello del…

E alla terra ritornerai

Gli utopisti sono sempre così: benintenzionati, entusiasti, traboccanti di energia e motivazione, ma desolatamente ingenui, per non dire fessacchiotti. Alzi la mano chi non ha mai pensato, in un’occasione o l’altra, qualcosa del genere. Del resto, non mancano certo esempi lampanti a confermare il sospetto, come la tragica vicenda di Christopher McCandless raccontata nel libro…

Cambiare la città esistente o costruirne una nuova? (1926)

Uno dei fondatori dell’urbanistica moderna si cimenta, nel pieno del dibattito internazionale tra le due guerre, col tema della new town o città giardino che dir si voglia, elencando i motivi per cui governi e le associazioni dovrebbero impegnarsi in questo senso. E anticipando in parte i tentativi del decennio successivo (si pensi alla Resettlement…

La città oltre il giardino

In principio era il mito. Probabilmente è da quando qualcuno ha iniziato ad ammucchiare pietre in forma di città normale, quella che si costruisce man mano sulla pelle di chi la fa e la subisce, che l’orizzonte si popola inevitabilmente di città ideali. Anzi, forse è proprio nei periodi in cui le cose iniziano a…

L’utopia non è un parco a tema

La differenza tra un piano e un progetto, detta in termini brevi, schematici, giusto per capirsi ma magari anche no, sta nelle variabili. Il piano nasce dalle variabili, è un prodotto delle variabili. Il progetto al massimo le tollera, se riesce a digerirle. Un piano è costellato di “se” o di tanti “eventualmente”, ne costituiscono…