Una città giardino per il terzo millennio?

Quando Robert Owen all’alba dell’industrializzazione moderna tiene il suo discorso del 1816 agli abitanti operai di New Lanark, forse è consapevole di fondare quello che poi si chiamerà il socialismo. Sicuramente cerca, in modo abbastanza sistematico, di superare il limite spontaneo ma irrimediabilmente scimmiesco dei luddisti, quando esasperati dal ritmo della macchina imposto alla vita…

La company town e il mausoleo del benefattore

Quando si parla di città ideali bisognerebbe sempre imparare a distinguere il come dal perché, il fine dai mezzi, o magari il classicissimo invece dall’inoltre. Così ci capiremmo tanto meglio, piantandola di costruirci ogni volta mirabolanti aspettative destinate poi immancabilmente a lasciarci con un palmo di naso, come quando spunta l’alba sulle luminarie delle feste…

La Città in Groppa al Giardino

C’era una volta la nuova frontiera. Fosse quella personale del ricomincio da zero, o quella sociale delle magnifiche sorti progressive garantite dal destino, o infine quella economica del riempitevi le tasche ce n’è per tutti. Tutte queste frontiere avevano in un modo o nell’altro un loro implicito quasi automatico aspetto territoriale: dal pioniere che va…

Industria, agricoltura e città giardino (1906)

Si è velocemente sviluppato un dibattito pubblico sull’importanza di migliorare le condizioni in cui abitano ampi strati della popolazione britannica. Un sistema sociale che manca di offrire ragionevoli prospettive di costruzione a tanti dei propri cittadini si censura da solo. Accumulare ricchezza di per sé è cosa priva di valore: ne assume tanto quanto arriva…

Città giardino solubili e pronte all’uso

Se sapete già di che si parla, o credete di saperlo, saltate pure questo articolo, vi annoiereste e basta. Se invece siete fra coloro che davanti alla parola magica, città giardino, iniziano quasi inconsapevolmente a sentire profumi di gelsomino, intravedere steccati bianchi o profili di tetti ad abbaino (anche se siamo all’Equatore e di neve…

L’equivoco globalizzato della Città Giardino

Gli slogan sono trappole micidiali, e più funzionano più sono micidiali. A differenza delle trappole fisiche, quelle con la gabbia la tagliola gli spuntoni, gli slogan acchiappano di norma anche chi pensa di essere il cacciatore, perché la sua intuizione vincente se lo mangia subito in un boccone. Con la Città Giardino, era già evidente…

Nascita della Città Giardino (1913)

Le associazioni di villaggio Erano particolarmente attive all’inizio del XIX secolo le società edificatrici, che realizzarono parecchi piccoli quartieri. Ci si impegnava anche per allargare il campo, e nel settembre del 1845 l’architetto londinese Moffatt propose una associazione con lo scopo di realizzare dei villaggi entro un raggio di dieci.quindici chilometri dalla metropoli. Il piano…

La città oltre il giardino

In principio era il mito. Probabilmente è da quando qualcuno ha iniziato ad ammucchiare pietre in forma di città normale, quella che si costruisce man mano sulla pelle di chi la fa e la subisce, che l’orizzonte si popola inevitabilmente di città ideali. Anzi, forse è proprio nei periodi in cui le cose iniziano a…

L’utopia non è un parco a tema

La differenza tra un piano e un progetto, detta in termini brevi, schematici, giusto per capirsi ma magari anche no, sta nelle variabili. Il piano nasce dalle variabili, è un prodotto delle variabili. Il progetto al massimo le tollera, se riesce a digerirle. Un piano è costellato di “se” o di tanti “eventualmente”, ne costituiscono…