Destini urbani eterodiretti

Passiamo la vita a fare libere scelte: ma è proprio vero? Apparentemente si, visto che le alternative che si dispiegano davanti ai nostri occhi parrebbero piuttosto chiare: c’è qualcosa che ci aggrada molto ma di solito va oltre le nostre capacità di spesa (o la disponibilità a «spendere» qualcos’altro, come energie o tempo), e in…

Il problema anagrafico-sociale della città nel terzo millennio

C’era una volta la città industriale del capofamiglia: due cose distinte ma legate da un patto di ferro non scritto, solo che qualcuno era stato escluso dal conto. Ma partiamo dall’idea di famiglia che evoca quel capo, anzi da quel concetto di famiglia allargata recentemente ripreso anche dal presidente Obama quando ha ricordato come «it…

Il problema del riflusso suburbano

Chi crede fermamente nel mercato, forse farebbe meglio a crederci sul serio, ovvero dar retta a cosa tira di qua e di là quanto a domanda e offerta, in senso lato. C’è stato un periodo piuttosto lungo in cui esisteva una nuova frontiera dei consumi materiali, sviluppata secondo una catena via via sempre più integrata.…

Invece del Modulor post-moderno

C’è una costante decisamente fantasiosa in quasi tutte le descrizioni e/o previsioni progressiste e «futurologiche» riguardanti la città. I comportamenti innovativi riguardanti l’abitare, il lavoro, le relazioni, la mobilità, per esempio la rivalutazione dello spazio pubblico rispetto al privato, la cooperazione anziché la competizione, l’uso di mezzi di trasporto pubblico o della bicicletta, tutti nessuno…

È il mercato (edilizio), baby?

La domanda e l’offerta di qualcosa, un po’ come tutto il resto, si possono leggere in vari modi. Le due grandi famiglie in cui si può ricomporre lo schema di lettura si riassumono più o meno in: interpretazione ideologica, interpretazione sintomatica. La prima tende in un modo o nell’atro al dogmatismo, al naturalismo, a dire…

Lo sviluppo (vero) del territorio

Un efficiente e ordinato assetto del territorio, la tutela degli spazi aperti e dei sistemi ecologici dall’edificazione indiscriminata, è una precondizione indispensabile per lo sviluppo socioeconomico. Il che di fatto da solo sconfessa piuttosto brutalmente quel mitico «sviluppo del territorio» con le virgolette, decantato da lustri a destra e sinistra, quello che confonde in malafede…

La dismissione dell’astronave direzionale

L’anticittà confusa con la città è un classicissimo delle nostre prospettive sballate quando si tratta di insediamenti urbani. Lo è in particolare quando quel minestrone fra le pietre dell’urbs care ai progettisti edilizi e analoghi, e le atmosfere libere della polis cara ai cultori della relazionalità, si fa indigeribile per eccesso di ingredienti. Del resto…

La suburbanizzazione della città

Ci sono parecchi modi di guardare quel che ci accade attorno, e forse è sempre meglio assumere varie prospettive di osservazione, fermo restando che poi il giudizio positivo o negativo non debba per forza cambiare. Quando per esempio alcuni anni fa Anna Minton leggeva la diffusione nel mondo dei Business Improvement Districts come privatizzazione dello…

Il dogma del sogno di vita standard

«Ma poi in una macchina così piccola dove li metti i bambini? No, no, dai retta a me, comprati un altro modello». Me la ricordo ancora, quell’osservazione piuttosto assurda di mio padre a proposito del mio abbastanza impegnativo acquisto. Assurda al limite del surreale, perché non c’era di mezzo alcun bambino, vero presunto o vagamente…

Urbana o suburbana, sempre segregazione resta

Come insegnano l’esperienza e le letture, quando si sente la parola riqualificazione è sempre meglio rizzare le antenne, perché le qualità da reinserire o inserire ex novo cascano puntualmente dal cielo, come se il passato non insegnasse nulla. Una volta c’era la fuga di tutto quanto dalla città brutta e cattiva, qualunque funzione pareva schifare…