Le domande dell’innovazione urbana

Pare il trionfo dei progettini, di questi tempi: progettini che al massimo sognano di diventare progettoni, senza nulla perdere del loro retrogusto di chiuso e contingente. In pratica, la domanda di autorappresentanza senza mediazioni dei cittadini, così come si manifesta ai vari livelli di governo della cosa pubblica, è sbarcata anche sul piano delle decisioni…

Il suicidio democratico dei nimby

La sociologia dei processi e conflitti urbani ha già ampiamente descritto, in modo sistematico, il modo in cui le opposizioni locali alle trasformazioni interagiscono coi (e nei) vari livelli decisionali, e mettendone in luce l’apporto certamente positivo, in quanto espressione di un sintomo vitale di reattività dialettica. Meno chiaro, e per motivo abbastanza ovvi di…

Dubbio ambientalismo a tre teste

Comprensibile, anche logico, che chi fa politica a qualunque livello cerchi dei consensi: un po’ meno che li cerchi a qualunque costo. I paladini della tutela dell’ambiente a livello locale ad esempio, spesso devono volenti o nolenti rapportarsi a una prospettiva e visione del mondo che non esce da confini piuttosto angusti, quasi ovviamente devono…

Prevenire l’anticittà regressiva è meglio che curarla

Molte fra le più feroci polemiche sul futuro dell’innovazione urbana, o meglio sull’opportunità di innovare e riorganizzare politiche urbane, dipendono dal vero e proprio terrore di chi si sente scavalcato, ed è convinto si tratti di un complotto di forze oscure per impossessarsi della metropoli eliminando il suo ruolo di cane da guardia del progresso…

«Quelli che vanno in bicicletta»

L’occasione non era delle più allegre e conviviali, visto che dovevo discutere il progetto della tomba di famiglia in cui sistemare morti ancora abbastanza freschi. Così sul momento non ci ho fatto troppo caso a quell’incipit di conversazione. L’interlocutore, oltre che contitolare della premiata ditta di arti marmoree, era casualmente anche assessore (si spera senza…

Cittadini e partecipazione nella pianificazione urbanistica (1950)

Se paragoniamo il costruire una città all’indossare un paio di scarpe, possiamo illuminare alcuni aspetti della partecipazione dei cittadini alla pianificazione. È molto più facile che le scarpe calzino bene se si sono prese le misure di chi le porta: allo stesso modo l’urbanista farebbe bene a consultare la gente per la quale pianifica. Chi…

La città è monopolio degli architetti?

L’immaginario collettivo si fa catturare quasi automaticamente da certe immagini molto forti, suggestive, sedimentate. É piuttosto curioso che quella dell’architetto moderno, diretto discendente degli intellettuali del Rinascimento in versione giacca e cravattino, risalga più o meno all’epoca degli uomini soli al comando, i mitici anni dei mitici leader che facevano sognare le folle vuoi col New…

Qualità e democrazia nel millennio delle città

Si dice da tempo che l’aria della città rende liberi, perché quelle mura ipoteticamente tirate su attorno ai simboli dello stare insieme, religiosi politici o economici che siano, non proteggono tanto da un nemico esterno in agguato per conquistare ciò che sta dentro, ma dal nostro alter ego animalesco e brutalmente autoritario, nonché conformista, che…

Lo specialista e l’imbecille

Esistono due forme di imbecille: chi se ne accorge, e chi sta attaccato alla propria imbecillità scambiandola per identità. Ma anche l’imbecillità, al pari di tante cose, può funzionare da motore del mondo, di carriere personali, se adeguatamente sfruttata, gestita, promossa. La questione riguarda tutti i campi dello scibile, ma si fa seria quando coinvolge…