Una rete di interfaccia bicicletta-treno

Se dovessimo individuare un modello ideale di «pornografia della sosta biciclette» quello olandese parrebbe fatto davvero su misura. Basta andare su YouTube, e gli appassionati del settore troveranno straordinari esempi di video che raccontano viaggi dentro a cavernosi deposti tra Amsterdam, Rotterdam, o Utrecht: una città di 362.000 abitanti dove le stazioni ferroviarie offrono 22.000…

Copenhagen, 1948: il Piano delle Cinque Dita

Nel 1948 Copenhagen avvia il poi celebrato Finger Plan, il «Piano delle cinque dita», così denominato per la forma della futura città che tanto somiglia ad una mano aperta. Alle sue origini una proposta piuttosto radicale elaborata alcuni anni prima da un gruppo di professionisti indipendenti, che nel 1947 sarà poi sottoposta ad un team…

Il nuovo concetto di Equomobilità

Shavel’le Olivier deve contare sul trasporto pubblico di Boston per fare spesa, commissioni, visite familiari. Abita a Mattapan, una zona a sud-ovest della città col 74% di abitanti neri e il 16% ispanici. Le ci vuole anche un’ora per fare quei sei o sette chilometri in autobus, per via del traffico. Ed è arrivata a…

Obiettivi urbani e sociali di un TOD in un centro minore

L’ideologia suburbana del cosiddetto «avvicinarsi alla natura allontanandosi dalla città» ha come noto, e come del resto quasi esplicitamente pianificato, prodotto l’esatto contrario. Ciò è avvenuto per due motivi essenziali: il carattere sostanzialmente massificato e imitativo che ha assunto quasi subito il fenomeno, sia dal punto di vista della produzione di spazi che delle aspettative…

Il parcheggio non è un diritto umano

Alzi la mano chi non ha mai ascoltato (o pronunciato di persona) la frase «vogliono impedirmi di andare a casa mia», quando in realtà il divieto riguardava semplicemente la sosta dei veicoli in un certo tratto di strada. Il fatto è, che per un lunghissimo periodo di tempo, calcolabile ormai su parecchie generazioni, consuetudini e…

Il problema del parcheggio non sono le automobili

Prima del dilagare dell’auto privata, della sua dirompente natura antiurbana, in fondo le trasformazioni edilizie e del territorio legate alla mobilità avevano un impatto certo percepibile e anche importante, ma tutto sommato paragonabili a quelle di altre innovazioni tecniche e sanitarie, dalle reti idrauliche, o elettriche, o fognarie, ad altre come il vetro in lastra…

La vitalità urbana degli anni 2000

Spiace a tutti in fondo quando chiude un’attività commerciale in una via: con la rarissima eccezione di esercizi squallidi o fracassoni detestati dal vicinato, una saracinesca che si abbassa con la prospettiva di restare così più o meno in eterno, evoca degrado, silenzio irreale, meno sicurezza, certamente meno cose da fare in città. A volte…

La città senza auto è una stupidaggine

Uno spazio di relazione è un intreccio di flussi che determinano la qualità di molti luoghi, tendenzialmente unificandoli in una specie di massa critica. Questa massa critica assume diverse dimensioni, che nel caso della città tradizionalmente si possono articolare sulle tre scale del vicinato o quartiere, dell’area urbana, della regione metropolitana. Ovviamente anche le tre…

Un piano urbanistico accettabilmente sostenibile

L’accusa a certo ambientalismo di un atteggiamento nimby, di essere portatori di egoismo localistico o sostanziale ristrettezza di vedute, è un classico strumento della destra e degli interessi particolari. Opporsi a progetti di trasformazione del territorio è segno di vitalità democratica e partecipazione alle scelte che toccano gli interessi della collettività, ancor meglio quando l’opposizione…

Come mettere il sale sulla coda allo sprawl

Ci sono qualità apparentemente quasi ovvie in un insediamento umano sul territorio che ne dovrebbero caratterizzare abitabilità, efficienza, o sostenibilità come si dice oggi. Ad esempio il fatto di mettere in comunicazione fisica e non persone e luoghi diversi. È il motivo per cui in qualche modo e misura deve essere facile relazionare funzioni, favorire…