La città è della gente! (1958)

Titolo originale: Downtown is for people, estratto da, The Editors of Fortune, The Exploding Metropolis (a cura di William H. Whyte), Doubleday, 1958 – Traduzione di Fabrizio Bottini Siamo in un momento critico per il futuro della città. In tutto il paese urbanisti e amministratori stanno preparando una serie di progetti di riqualificazione che fisseranno…

Biodiversità urbana: forse non basta un po’ di arredo

Molti onesti sostenitori della tutela ambientale spesso non sanno di che si parla, e non è poi tutta colpa loro. Ad esempio contenere l’impatto dell’urbanizzazione sul territorio non significa affatto (o magari non significa soprattutto) limitare o azzerare le trasformazioni edilizie, quella cosa che tutti bollano come cementificazione, colata, ecomostro o chissà cosa. Per contenere…

Il consumo di suolo soggettivo

Nel progetto di legge elaborato dai padani per “contenere il consumo di suolo” (virgolette d’obbligo) pare che, invece di stabilire quale suolo sia da ritenersi consumato e quale no, si deleghi ogni volta a chi opera sul caso specifico il compito di fissare i criteri. Probabilmente, uno dei soliti sofisti prezzolati della domenica potrebbe anche…

Giornata dell’Equilibrio Urbano

Ogni anno a ottobre si celebra la Giornata internazionale delle città, che magari ha un briciolo di senso in più (senza offesa) di altre giornate internazionali che ormai non si negano a nessuno, dal cetriolo di peluche all’acne giovanile dei canguri. Ce l’ha, questo briciolo di senso in più, se non altro per via della…

La tragedia del rinnovo urbano (1966)

Se il racconto di Robert Moses sulla “riqualificazione urbana” attraverso la “eliminazione dello slum” in stile razionalista sembra restituire un processo tutto virtuoso di modernizzazione, in cui gli ostacoli sono solo burocrazia, interessi particolari, o pura diffidenza al nuovo, vedere le cose dal lato dei veri e propri sfollati, a colpi di ruspa e carta…

Slum e rinnovo urbano (1945)

L’idea della città macchina, del grande progetto definito in tutti i particolari tecnici, ma con obiettivi sociali a diri poco opachi, raggiunge nel caso dello zar dei lavori pubblici newyorchese, Robert Moses, vette davvero inarrivabili. Se nei casi più noti delle grandi autostrade urbane (del resto già ideate negli anni ’20 col Regional Plan) la…

Development non si traduce con sviluppo

Quando arriva il developer, prima o poi a stretto giro segue per forza il builder, che opera tutte le sue trasformazioni inevitabilmente brick & mortar. Questo inizio un po’ tristemente anglo-caricaturale, solo per sottolineare una cosa: chi vi parla di sviluppo del territorio mente sapendo di mentire, oppure proprio non lo sa ed è pure…

L’idea di città (1966)

Quando, in un primo approccio al fenomeno urbano, in qualsiasi tempo e luogo, anche remoti, si constati la sua indissociabile, attiva compartecipazione, come struttura portante, alle molteplici manifestazioni di civiltà, o se ne osservino le impetuose esplosioni in atto, o quando si tenti, avventurandosi nel futuro, qualche prima sommaria interpretazione della sua dinamica o qualche…

Cambiare la città esistente o costruirne una nuova? (1926)

Uno dei fondatori dell’urbanistica moderna si cimenta, nel pieno del dibattito internazionale tra le due guerre, col tema della new town o città giardino che dir si voglia, elencando i motivi per cui governi e le associazioni dovrebbero impegnarsi in questo senso. E anticipando in parte i tentativi del decennio successivo (si pensi alla Resettlement…

Giuliano Pisapia: galeotto fu il mixed-use!

Dura da almeno tutto il ‘900 la diatriba sulla natura dell’urbanistica: arte o scienza? Meglio ancora: quale equilibrio, nella miscela delicata di fattori tecnologici, organizzativi, sociali, edilizi, ambientali, politici, che devono far capo alla decisione, comunque discrezionale, di chi governa? Come sappiamo, in un primo tempo, coincidente più o meno col trionfo finale dell’idea di…