Necessità di un piano urbanistico generale a New York (1914)

Il governo delle singole trasformazioni Il ruolo più utile che può probabilmente svolgere la pubblica amministrazione secondo criteri urbanistici generali è il controllo delle trasformazioni e interventi delle proprietà private. Qualunque città soffre, da un puto di vista sia economico che sociale, a causa dello sviluppo edilizio casuale. Oggi, salvo rare eccezioni, qualunque isolato o…

Micro è Bello: Existenzminimum di mercato del terzo millennio

La popolazione di parecchie grandi città americane in tutto il paese ha raggiunto cifre senza precedenti, ed esiste una carenza di case economiche con affitti e prezzi in crescita assai più rapida dei redditi. Situazione particolarmente grave a New York. La National Low Income Housing Coalition (NLIHC) classifica lo Stato al quarto posto nell’elenco dei…

La suddivisione in zone nel Piano Regolatore (1918)

Quando si deve realizzare un edificio concepito per funzioni residenziali, commerciali o industriali, si ritiene normale che il progetto venga predisposto da architetti e ingegneri in modo da adeguare la struttura costruita agli scopi previsti. Si riconosce ovviamente che agire con un metodo diverso potrebbe rivelarsi disastroso. Ma quando invece si tratta di applicare questa…

Il sistema delle strade nella città in transizione (1910)

La città di oggi è ancora la città del passato affetta da qualche malessere della crescita. Ai vecchi tempi, quando «riluceva nel primo mattino di una vigorosa infanzia» era soprattutto pittoresca. Una immagine che ancora oggi delizia la nostra sensibilità artistica. Ma sappiamo bene però come in quell’epoca la città non fosse né preveggente, né…

La densità urbana è di sinistra o di destra?

Un gruppo di attivisti di Seattle si incontra in una bella serata all’inizio di aprile in un locale alla moda per festeggiare le modifiche al piano regolatore della città. L’atmosfera è euforica. Bambini piccoli che sgattonano sui divani, adulti che si abbracciano e posano per qualche fotografia. C’è anche molto sollievo, perché quella modifica del…

Il senso di riqualificare le «periferie»

La cosiddetta cultura antiurbana dei secoli e decenni passati, altro non rappresenta che ricerca collettiva, sistematica o meno, di nuove forme di convivenza rispondenti a particolari aspirazioni, vuoi progressiste, vuoi di pura reazione ai mali della città nelle varie epoche e contesti. La tabula rasa aperta alla sperimentazione (che a volte neppure ha la consapevolezza…

Convivenze sociali nelle grandi città (1942)

L’Urbanistica e l’Architettura, come fattori di ordine ed educazione sociale, hanno un valore profondo, quale nelle moderne attuazioni non è stato valutato nella giusta misura, esse hanno l’altissimo ufficio di distribuire le grandi masse urbane secondo i più giusti principi di umana convivenza, di ordinarle nel loro lavoro e ambientale nell’espressione della loro vita familiare…

Se la «classe creativa» non crea un accidente

C’erano una volta il tempio e/o il castello: una cosa che spesso senza farci gran caso confondiamo con la città, ma in realtà il vero discrimine fra tradizione e progresso, almeno se il progresso lo leggiamo in senso progressista come si direbbe oggi. Perché tempio e castello sono un luogo di potere chiuso ed esclusivo,…

Il mercato come indicatore dello spazio pubblico

Ci sono sempre almeno tre prospettive in cui inquadrare un fenomeno: gli aspetti positivi e di progresso, gli aspetti negativi e potenzialmente regressivi, quanto ne risulta in realtà facendo una sintesi dinamica dei due estremi. Ovviamente, se il metodo dialettico pare piuttosto oggettivo in quanto tale, il giudizio di sintesi non può che essere influenzato…