Town and Country Planning Association, Una visione per le New Town del Terzo Millennio

La prossima generazione di città nuove

TCPA – 2024

Con le New Town si può affrontare direttamente l’attuale inadeguatezza del modello di sviluppo edilizio, che mette al primo posto le questioni immediate anziché altri problemi di lungo periodo, dal benessere alla salute. In termini pratici queste città nuove consentono al settore di pubblico di assumere la guida dei progetti a favore sia dei cittadini che dell’ambiente naturale, ma al tempo stesso garantire dal rischio sia il settore delle costruzioni che gli investitori istituzionali. La New Towns Taskforce governativa quindi ha l’occasione unica non solo di sperimentare soluzioni innovative e durature alla crisi della casa, ma di realizzare anche altri obiettivi, riguardanti la salute l’ambiente e l’economia.

Una gestione del territorio e dell’edilizia più efficace che crei nuove abitazioni economiche di elevata qualità organizzate per quartieri, contribuirà a migliorare la vita di tutti su un lungo arco di tempo. Si offre la prospettiva di realizzare spazi che non solo rispondano ai bisogni essenziali di abitazioni salubri, ma anche di aggregarle in nuclei fruibili a piedi, con immediata accessibilità ai luoghi di lavoro, servizi culturali e strutture per il tempo libero. Il tutto inserito in un ambiente rispettoso e di promozione della biodiversità, vicino alla natura. Unendo i principi originari della Città Giardino e della New Town, riducendo i rischi dell’investimento in edilizia, si crea un modello di azione con la potenzialità di raggiungere contemporaneamente vari obiettivi di azione pubblica. Ad esempio, una progettazione innovativa riduce i costi del sistema sociosanitario e i bilanci di assistenza sociale, grazie alla realizzazione di ambienti inclusivi intergenerazionali, in grado di rispondere ai bisogni di tutti, dai bambini, ai giovani, agli adulti e agli anziani. Schematicamente: se si applica un principio olistico di place-making si affrontano davvero le cause della malattia anziché solo curarne i sintomi.

Prestiamo particolare attenzione in questo documento di indirizzo alla salute umana, perché la casa di qualità contribuisce moltissimo alla salute, e perché buone abitazioni significano indirettamente altri obiettivi, dall’istruzione, alla partecipazione, al lavoro, alla crescita economica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute un insieme di aspetti di benessere fisico e psicologico e sociale, non solo assenza di malattie. In tale contesto è importante costruirla, la salute, prevenendo l’insorgere di patologie grazie a condizioni salubri. Una comunità sana richiede attenzione a tutto ciò che consente e promuove un’esistenza appagante, sino alla salute del pianeta da cui dipendiamo. Come ha sostenuto Nigel Crisp, la salute del singolo si collega intimamente a quella della comunità, della collettività, e quella del pianeta tutto.

Questa aspirazione ad una nuova città deve realizzarsi in un contesto di grandi sfide sociali sul benessere umano, la crisi climatica, la natura, la tecnologia, le trasformazioni demografiche. Il paese ha già sperimentato in qualche misura forme di progetto per affrontare queste sfide. Molte soluzioni oggi correnti rischiano di intrappolare le persone dentro stili di vita insostenibili e malsani, e non certo perché manchino invece le competenze per ipotizzare di meglio. Ma soprattutto perché si continua ad applicare senza variazioni un modello di sviluppo dominante. Il filo conduttore del percorso logico che qui proponiamo è di esaminare il percorso dall’idea di Città Giardino attraverso le New Town del dopoguerra per dimostrarne una ulteriore evoluzione praticamente realizzabile.

Città nuove per una vita nuova

La nostra è una visione olistica che si concentra sul rendere possibile esistenze sane e appaganti. Non un quadro rigido da imporre alle persone. Rispecchia una considerazione dell’importanza della vita sociale ma anche dei bisogni individuali. Certo non c’è nulla di inedito nell’aspirazione a esistenze piene, ma ciò che abbiamo appreso dalle esperienze della Città Giardino e delle New Town rende chiarissimo come occorra far riferimento a tre correlati principi, in grado di tradurre in pratica una visione:

Progresso per tutti – un’economia di principi basilari è concepita allo scopo di rispondere equamente ai bisogni quotidiani, nutrirsi, abitare, istruirsi e formarsi, fruire di servizi socio sanitari, muoversi, tutto entro limiti planetari. L’economia locale della nuova città si basa su questo modello mutualistico – mantenere e valorizzare risorse locali nonché stimolare occasioni per l’innovazione le imprese i posti di lavoro – creando ricchezza mentre si risponde ai bisogni immediati e di medio periodo.

Città e quartieri vitali – Consentire quartieri vitali serviti complessi e connessi, mettendo in primo piano forme democratiche partecipative a promuovere appartenenza identità inclusione. La New Town fornisce solide basi a tutto ciò, favorendo l’accesso a servizi e attrezzature (che si tratti di edifici, spazi aperti o altro) e insieme relazioni sociali, che si articolano negli ambiti dell’istruzione, della salute, del tempo libero, dell’alimentazione, delle occasioni personali, di una mobilità attiva e sostenibile.

Un ambiente che promuove salute – l’ambiente urbano e quello naturale sono concepiti per collaborare simbioticamente, garantendo fruibilità ad entrambi, verso obiettivi di salute sia individuale che planetaria. Progettare e gestire quartieri coordinati in grado di rispondere alle crisi ambientali e climatiche, promuovendo costruzione e uso di infrastrutture «verdi e grigie» in grado di mitigare gli impatti negativi dell’urbanizzazione ed essere resilienti al cambiamento.

I principi della Città Giardino [si veda lo schema illustrato usato qui in copertina n.d.t.] offrono una cornice in grado di far convergere i tre percorsi indipendenti riassunti sopra e al tempo stesso rafforzandone il ruolo nella promozione di ricchezza collettiva, salute, organizzazione, sostenibilità ambientale, contributo ad affrontare le diseguaglianze e innescare sviluppo. Non c’è a prima vista nulla di eccezionale o radicale nel delineare questi obiettivi, ma si tratta di modificare significativamente in prospettiva un metodo ortodosso di trasformazione urbana, facendo diventare il fattore umano l’elemento chiave di confronto, anziché auspicato prodotto di un rigido percorso economico-finanziario. Il modo attuale di pensare l’imita l’innovazione nel pensare nuovi stili di vita solo perché occorre innanzitutto rispondere alla rigidità di aspettative delle proprietà e imprese costruttrici. Quindi se ci può essere consenso sul bisogno di migliorare i risultati di ciò che stiamo costruendo, resta aperta la questione di chi ne deve sostenere i costi e chi se ne assicurerà i vantaggi economici. Uno dei compiti della istituita Task Force sarà di capire come le New Town evolvano il proprio modello verso una più efficace promozione di salute e benessere, che in fondo era ciò a cui mirava e venne realizzato da Ebenezer Howard con Letchworth Garden City.

2. Comprendere il contesto mutato delle nuove città

Cosa importante, non pensiamo certo che basti una unica formula standard adatta ad ogni caso. Le New Town del futuro dovranno modellarsi e adeguarsi al contesto locale delle regioni e aree in cui si insediano: dal punto di vista demografico, storico, geografico, economico. Il sistema di pianificazione territoriale e urbanistica ha il potenziale per affrontare queste articolate sfide definendo i modi di costruzione di ogni nuova città collocata strategicamente, vitale, espressione dei migliori criteri progettuali. Il nostro sistema decisionale ogni anno regolarmente programma più delle 300.000 nuove abitazioni fissate dal precedente governo, ma troppi di questi progetti o non vengono realizzati, oppure se realizzati non costituiscono certo comunità vitali e sane.

Ci sono parecchie ragioni per cui ciò avviene, tra cui: deregolamentazione, scarsi investimenti in formazione; lacune nei poteri decisionali della pubblica amministrazione in materia di abitazioni sociali; acquisizione di immobili e superfici; costi elevati di ricomposizione delle proprietà; ritardi nella realizzazione di servizi e infrastrutture (dai trasporti-mobilità, alla salute, all’istruzione, agli spazi per il tempo libero …); aspettative di investimento del settore immobiliare che rallentano i processi. Ne deriva un sistema urbanistico-edilizio ancora inadeguato alle sfide a cui il paese si trova di fronte. È per questo motivo che si è rinnovato l’interesse per il concetto di New Town e il ruolo delle connesse development corporation rivelatesi capaci di risolvere le questioni riassunte sopra già nel secondo dopoguerra della ricostruzione nazionale.

3. Spunti da alcuni progetti in corso

Sono molte le amministrazioni locali che si impegnano a fondo cercando di realizzare quartieri di qualità, ma è vero che nel Regno Unito mancano casi di dimensione sufficiente a fungere da modello per un approccio effettivamente olistico alle questioni di salute e benessere che trattiamo nella presente visione. Certo ci sono alcuni esempi di autorità locali che applicano caratteri essenziali della medesima visione o addirittura i Principi della Città Giardino, nonostante l’assenza di vero sostegno del governo nazionale. Gli esempi a cui ci riferiamo confermano che per costruire una città occorre tempo. Uno sviluppo incrementare scandito in fasi, di dieci o vent’anni, richiede attenta gestione, partecipazione dei cittadini, individuazione di bisogni, oltre a risorse sufficienti per verificare in modo continuo ciò che funziona o ciò che indica la necessità di svolte di metodo. [il documento originale si dilunga molto nelle schede riassuntive di alcuni noti e storici progetti considerati pilota – a: Northstowe, Cambridgeshire; Milton Keynes, Buckinghamshire; Almere in Olanda; Vauban in Germania – omessi qui per ragioni di spazio n.d.t. DOWNLOAD ]

4. Guardare al passato per progettare il futuro

È importantissimo pensare al consenso politico di lungo termine sul valore delle nuove città: l’improvvisa decisione nel 1980 di smantellare l’intero programma di New Town prima che tanti progetti venissero a completamento ha determinato un danno irreparabile in termini economici e sociali.

Dove: il governo nazionale deve svolgere un ruolo fondamentale nell’attivo sostegno all’individuazione dei siti in collaborazione con le amministrazioni locali. Ciò richiede studi e dati finalizzati a un quadro spaziale e di sviluppo connesso alla rete infrastrutturale. Ricordiamo che le New Town non furono imposte ma devono avere sostegno locale.

Dal programma all’attuazione: la New Town Development Corporations è l’ente efficace per realizzare insediamenti urbani di grande scala, ma è necessario aggiornarne gli obiettivi e il sistema di governance sintonizzandolo ai cambiamenti di bisogni e aspettative riguardo a salute clima democrazia partecipativa.

Finanziamento: le New Town richiedono un immediato e importante investimento di lungo termine, ma possono ripagarsi da sole come hanno già dimostrato. Ciò ha come premessa una riconsiderazione sistematica del mercato dei terreni e della gestione pubblica.

Gestione: è vitale per una città sostenibile essere gestita come capitale collettivo. Il prematuro liquidare del programma New Town e delle relative development corporation ha lasciato in molti casi le città senza mezzi per investire negli indispensabili rinnovi.

Progettazione e innovazione: innovare e apprendere nei processi di progetto e attuazione è importante, ma la sperimentazione non può avvenire penalizzando la qualità e il benessere dell’abitare.

Partecipazione: occorre dare fiducia e potere ai cittadini nelle decisioni chiave, sin dal principio, per conformare tutto il processo di costruzione e gestione della New Town.

Val la pena sottolineare l’importanza vitale di unire capacità di piano e potere di attuazione, in un unico ente pubblico in grado di gestire la ricomposizione delle superfici e ridurre al minimo i rischi di realizzazione. L’esperienza nel nostro paese indica come ente ideale la development corporation così come istituita dal New Towns Act. Il testo unico sulle New Town risale al 1981 e resta agli atti. A parere della TCPA l’architettura generale della legge resta utile ma sono necessari alcuni emendamenti a adattarla agli scopi del ventunesimo secolo. Innovazioni come assicurare che una New Town Development Corporation, e gli spazi urbani che realizza, affrontino le emergenze climatiche e naturali, promuovano la partecipazione pubblica, la costruzione di luoghi salubri, una efficiente gestione di lungo termine del patrimonio.

Cosa determina la riuscita della nuova città

Serve una chiara e condivisa visione di spazi resilienti e accessibili a tutti nel paese, ben articolata in una strategia nazionale e sostenuta con criteri standard. Ispirata ai Principi della Città Giardino che conformino modi e senso dei nuovi insediamenti e quartieri attraverso piani urbanistici attuativi.

  1. Una strategia nazionale che individuo e perfezioni le indispensabili competenze e filiere di realizzazione per prodotti urbani e edilizia net zero, salubri, socialmente responsabili.
  2. Un impegno sul lungo termine agli investimenti necessari nelle infrastrutture coerenti allo scopo. Alla base del successo del modello Città Giardino e New Town sta la capacità di acquisire a sé i valori creati dalle trasformazioni del territorio e reinvestirli in una attenta gestione rinnovamento e riuscita commerciale della città. In termini più aggiornati il valore generato dovrà essere sociale. Un approccio essenziale per la riuscita finanziaria di grandi insediamenti, che richiede una serie di garanzie per cogliere ed acquisire le rendite prodotte dalla crescita progressiva.
  3. Un serio impegno nella costruzione del consenso e della partecipazione pubblica sia nelle scelte localizzative e costruttive che di gestione delle nuove città. Che interessi anche una intensa promozione delle iniziative di base per abitazioni cooperative.
  4. Un insieme coerente e dettagliato di strumenti di attuazione, specie per quanto riguarda una versione aggiornata della New Town Development Corporation, dotata dei poteri necessari ad acquisire i valori derivanti dalle trasformazioni urbane del territorio e reinvestirli nella nuova città. Quando si tratta di development corporation ciò che conta di più è la qualità della squadra operativa di gestione del processo.
  5. Nuove politiche e leggi che garantiscano una gestione sul lungo termine dei cespiti urbani e degli ambiti pubblici. Uno degli insegnamenti più incisivi del programma New Town del dopoguerra è stato il fatale errore di chiudere le development corporation prima che potessero completare il proprio lavoro. Costruire un intero insediamento rappresenta un obiettivo inter-generazionale, e l’ente incaricato deve poter lavorare su un arco di almeno quarant’anni. Occorre considerare il modo in cui questa gestione di lungo periodo di diversi casi di sviluppo urbano possa essere organizzata. Ciò necessita di un programma chiaro che fissi trasferimenti di risorse e responsabilità anche degli enti senza scopo di lucro destinati ad esserne responsabili per conto dei cittadini.

5. Conclusione: un’offerta di sostegno

Le New Town sono un’occasione unica generazionale per costruire nuovi esemplari insediamenti urbani che rispondano alle sfide nazionali delle abitazioni, della salute, del clima, della tutela della natura, trasformando al tempo stesso il modo di pensare alla casa. Affrontano direttamente le lacune del nostro modello di sviluppo attuale, che mette al primo posto la fattibilità immediata contro un’idea di salute e benessere sul lungo termine. Consentono alla pubblica amministrazione, che recupera un ruolo di realizzazione e coordinamento, di conseguire e consentire grandi vantaggi per i cittadini, e l’ambiente, riducendo anche il rischio di investimento per il settore edilizio e gli altri operatori coinvolti.

La riuscita di questo programma strategico di crescita dipende però sia dalla qualità della visione urbana, così come derivata dai Principi della Città Giardino, sia da quelle del complesso di leggi e norme che ne regolano l’attuazione. Tra le altre cose appare vitale che tutto il programma ruti attorno ai cittadini, affronti le necessità del ventunesimo secolo conferendo davvero voce ai destinatari sia nella scelta delle localizzazioni che nella governance delle trasformazioni. La Town and Country Planning Association auspica una proficua collaborazione con la nuova istituita New Towns Taskforce: per promuovere questa visione e costruire prospere nuove città.

Da: Nigel Crisp, Hugh Ellis, Katy Lock, Rosalie Callway, Charlotte Llewellyn, rapporto Town and Country Planning Association, settembre 2024; Titolo originale: Health, hope and prosperity: a vision for healthy new towns – Estratti e traduzione di Fabrizio Bottini

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