Di famiglia residente da sempre a Mobile, Alabama, Eric Finley ama la sua città, come ripete a chiunque. Ma lo dice anche per mestiere in realtà, da guida del Dora Franklin Finley African-American Heritage Trail (Dora era anche cugina di Eric). Racconta fiero di come il primo Martedì Grasso celebrato negli Stati Uniti United States fu qui a Mobile, nel 1703, ovvero ancora quindici anni prima della fondazione di New Orleans. Ma Mobile ha anche “tradizioni” assai diverse. Nel 1860, ci è arrivata l’ultima nave di schiavi, la Clotilda, 52 anni dopo il divieto federale a questo genere di trasporti dall’Africa. La città ha anche assistito all’ultimo linciaggio di un nero, quando il diciannovenne Michael Donald fu ucciso dal Ku Klux Klan nel 1981.
Tra le cose più in evidenza per Eric spicca di certo la «Black Main Street» di Mobile. Originariamente Stone Street, ribattezzata Davis Avenue nel 1861, dal nome del Presidente Confederato Jefferson Davis, e di nuovo Dr. Martin Luther King Jr. Avenue nel 1986. Per la prima metà del XX secolo, «The Avenue» ha rappresentato il centro economico e culturale della comunità afroamericana di Mobile.«L’Avenue era la vita, di giorno e di notte – racconta Finley – c’erano scuole, chiese, locali di intrattenimento, negozi dove si poteva acquistare di tutto, cose essenziali o meno, da quando si nasce a quando si muore. Le persone si conoscevano tutte, e comunque trattavano chiunque come se lo fosse. Una adorabile comunità». Ma come tanti altri luoghi simili in tutto il paese ha iniziato a declinare verso gli anni ’60, in una traiettoria continuata nel ventunesimo secolo.
Queste Black Main Streets, come è la Avenue, oppure il Greenwood District, detto «Black Wall Street» di Tulsa, Oklahoma, sono state colpite da alcune scelte federali di metà ‘900, come le leggi per la casa del 1934 e del 1949, che finanziavano espropri e «rinnovo urbano; oppure nel 1956 il Federal Aid Highway Act, che consentiva da far passare autostrade attraverso i centri abitati, isolando interi quartieri; per non parlare del Civil Rights Act, 1964. I cui effetti furono in gran parte positivi, ma la desegregazione fu anche causa di danni economici a molti esercizi di propietàe gestione di afroamericani che perdevano il proprio bacino di mercato. Per usare le parole di Freddie Stokes, magistrato municipale a Mobile: «A causa dello urban renewal si è verificato un enorme declino e l’intero quartiere o zona con la sua comunità ne è risultato emarginato».
Se le Black Main Street soffrono economicamente socialmente e urbanisticamente, resta il loro senso culturale e storico, che non riguarda in modo esclusivo la comunità afroamericana, ma l’intero paese. «Man mano invecchio e mi capita di parlare coi più giovani capisco quanto poco sappiano sul Movimento per i Diritti Civili» spiega la consigliera di contea Merceria Ludgood. Queste arterie Black Main Street possiedono tra l’altro anche un potenziale economico mai sufficientemente promosso e stimolato, e sono in grado di ridiventare del tutto autosufficienti.
Investire senza espellere
È l’amministrazione di contea di Mobile ad esprimere una idea di rivitalizzazione innovativa per la propria Avenue. Grazie a risorse American Rescue Plan Act (ARPA) del 2021, l’ente ha destinato 3,5 milioni di dollari all’istituzione di un Civil Rights and Cultural Heritage District con un proprio piano-programma di attuazione. Ludgood ne espone la necessità per la propria zona: «Ad ogni censimento si calcola un calo di popolazione. Chiunque è in grado di sostenerlo economicamente se ne vuole andare. Non resta in una situazione destinata al declino. Col nostro progetto ribaltiamo le premesse e modifichiamo la situazione». È Ludgood a spingere di più per il piano-programma, e il magistrato Stokes è coinvolto come project manager. Walker Collaborative, studio di urbanistica di Nashville [di cui è contitolare l’Autore del presente articolo] è stato scelto per elaborare il piano insieme ad altri consulenti di settore: architetti, ingegneri, esperti di traffico, marketing, pubbliche relazioni, a cui si aggiungono un economista e uno storico. Il gruppo di lavoro ha infatti cominciato da una ricerca storica, da una valutazione critica dell’area studio, a cui ne è seguita una turistica e di potenzialità di mercato. Lo studio urbanistico spaziale vero e proprio ha avuto il proprio sbocco in cinque giornate di charette [sessioni di progettazione partecipata n.d.t.] con portatori di interessi e cittadini.
A titolo di funzione ancora per questa ripensata Black Main Street, il piano propone un nucleo centrale a parco, palcoscenico, e altri spazi. È stato studiato un logo e un piano di colori unificanti tutto il distretto. La strategia più direttamente commerciale prevede un incremento complessivo di circa 5000 mq. In un sistema equilibrato di ristorazione, negozi, intrattenimento. Il visitatore potenziale del futuro dovrebbe spendere 7,9 milioni di dollari per sostenere tutta questa attività. I finanziamenti ARPA servono ad acquisire alcuno spazi nel progetto, tra cui gli uffici legali del prestigioso avvocato dei diritti civili Vernon Z. Crawford, restaurati e riproposti come spazi di testimonianza storica. Si spera anche di acquistare l’abbandonato Ace Theatre, unica sala del quartiere rimasta. Dopo lo studio di fattibilità si deciderà come riconvertirlo a ristorazione e spettacoli tematizzati storici locali.
Investire in un quartiere come si sa è sempre a rischio di gentrification, o per meglio dire di espulsione, che riguarda allo stesso modo abitanti e attività. Il piano per Mobile indica però alcune strategie propositive per evitare il problema, come i finanziamenti agevolati al restauro delle case. Il progetto è stato presentato all’amministrazione di Contea e ai cittadini nel settembre 2024, e una versione definitiva è di imminente adozione.
Vitalità ed energia per Davis Avenue
Nonostante l’inchiostro ancora fresco sui fogli dei progetti per Mobile, già si intravedono ulteriori sviluppi. «Bastavano le facce dei partecipanti all’ultimo incontro pubblico per capire che siamo riusciti» commenta Stokes. «Le persone non volevano neppure uscire dalla sala per perdersi quella sensazione positiva». Ma l’amministrazione di Mobile preferisce non esagerare nelle aspettative per rispetto dei cittadini: «Questa comunità ne ha sperimentate troppe di promesse mancate» spiega. La consigliera Ludgood precisa «ci sono voluti parecchi anni per declinare, e ce ne vorranno parecchi per riprendersi». E garantisce impegno costante nell’attuazione del piano. La guida nel quartiere, Finley, pare molto ottimista. «Riporterà vitalità ed energia a tutti. Una volta cominciato tutti vorranno farne parte in qualche modo».
Urbanistica e rigenerazione delle «Black Downtown»
Esistono molti metodi abbastanza correnti nella pratica urbanistica, dalla charette, alle presentazioni pubbliche, e altre occasioni patecipative, applicabili al caso delle Black Main Streets. Ma è meglio per intervenire su una Black Downtown agire con cautela utilizzando strategie più mirat
Essenziale articolare le professionalità coinvolte
I professionisti che partecipano alla redazione e attuazione del piano, che si tratti di tecnici degli uffici pubblici o consulenti privati, devono assumersi un ruolo analogo a quello dei portatori di interessi locali. Stokes individua una delle qualità vincenti del progetto per Mobile alla diversificazione disciplinare dei vari coordinatori «che ha molto contribuito a creare fiducia». Anche la presenza di afroamericani tra questi esperti aggiunge credibilità e fiducia.
Incontrare cittadini e portatori di interessi nel loro contesto di appartenenza
I luoghi di riunione ed esposizione del piano devono essere accessibili e inseriti nella comunità. Centri civici di quartiere, o chiese, non luoghi connessi alla pubblica amministrazione, dove il cittadino potrebbe sentirsi a disagio. Aggiungerci se possibile accoglienza, intrattenimento, rinfreschi. A Mobile, si è investito molto lavoro e tempo nel raccogliere le opinioni dei portatori di interessi. Anitra Belle Henderson, professionista di pubbliche relazioni operante a Mobile e consulente del progetto, giudica come «Fosse evidente quanto le persone venissero ascoltate».
Aspetti critici sono la storia locale, la conservazione, l’interpretazione del distretto
La storia degli afroamericani spesso ha grosse lacune negli Stati Uniti, e «in progetti urbanistici e socioeconomici di questo tipo diventa importantissima per le comunità che non hanno mai potuto esprimerla in una propria prospettiva» spiega Henderson. Un modo efficace e pratico di raccontarla, questa storia, è attraverso gli edifici. Al centro di Rocky Mount, una Black Main Street nel North Carolina, c’erano il Douglas Buildinge il Booker T. Theatre, molto degradati, la sala teatrale abbandonata, quando la città si impegnò nel programma di rivitalizzazione nel 2004. L’amministrazione di Rocky Mount acquisì entrambi gli edifici restaurandoli e restituendoli all’uso. Oggi il Douglas Building è occupato da appartamenti e attività commerciali, e la sala teatrale regolarmente attira pubblico con la propria offerta di spettacoli. Entrambi i progetti hanno potuto approfittare dei crediti fiscali del fondo New Market and Historic Rehabilitation.
Esiste poi il valore dei luoghi simbolo, monumenti, evidenziazione del ruolo storico, ma la cosa più importante rimane ricostruire ed esporre la verità. Lo abbiamo fatto con Clotilda, aperta nel 2023 a Mobile nel nuovo museo Africatown Heritage House, qualche chilometro dal centro. Uno dei partecipanti alle assemblee diceva «Dobbiamo raccontare la storia senza fronzoli. Le persone si meritano la verità anche se può essere sgradevole». Alcuni spazi e funzioni possono assumere più senso per una Black Main Street. Ascoltare le storie degli abitanti afroamericani contribuisce a capire il modo di conservare e valorizzare, e gli urbanisti in questo modo possono recuperare i caratteri del luogo e i punti di identità.
Chiese
I luoghi di culto sono per alcuni versi parte essenziale dell’anima e della stabilità di una Black Downtown. Svolgono il proprio ruolo anche come fonti di informazione e luoghi di riunione. A Birmingham nel Civil Rights District, la Chiesa Battista sulla Sedicesima Strada è un esempio tipico.
Negozi di barberia e parrucchieri
Si tratta di locali in grado di esprimere una cultura di genere oltre che luoghi di socializzazione e discussione. Al Greenwood Rising History Center di Tulsa, i visitatori del museo trovano ricostruita una bottega di barbiere fornita di ologrammi che tagliano i capelli e chiacchierano tra di loro in una atmosfera anni ’20.
Ristorazione
I luoghi di ristorazione sono un aspetto importante in qualunque cultura, oltre ad essere tematizzabili e rappresentare una attrazione turistica.
Teatri
Nell’epoca della segregazione Jim Crow, gli afroamericani erano relegati nel loggione o peanut gallery delle sale per bianchi, e le Black Main Street con le loro sale diventavano così un luogo particolare di divertimento e orgoglio. Il restaurato Booker T. Theatre di Rocky Mount nel Douglas Block oggi svolge una funzione di ancora, propone proiezioni cinematografiche e spettacoli dal vivo. Il teatro originario a Mobile non esiste più, ma l’amministrazione di contea grazie ai fondi ARPA ha acquisito l’Ace Theatre.
Spazi e funzioni di riferimento
Luoghi storici-identitari, di intrattenimento, spazi pubblici. Il nuovo piano di quartiere per Mobile ne propone due, uno del primo tipo e un parco. A Tulsa, il riferimento del Greenwood District è il Greenwood Rising History Center, e a Birmingham, l’Alabama’s Civil Rights District ha come ancora il Birmingham Civil Rights Institute. Non lontano da lì il Kelly Ingram Park fu teatro di eventi nell’epoca dei diritti civili. La progettata Hiram Revels Plaza di Natchez, il MLK Triangle District del Mississippi, trasforma un’area a parcheggio in disuso a spazio di riferimento storico-identitario e di commemorazione. Ma non tutti i luoghi ancora devono essere in riferimento alla storia locale. Per esempio, lo stadio di baseball del Greenwood District, o il Rocky Mount Events Center vicino al Douglas Building, fungono solo da attrazioni in più per i cittadini e il visitatore.
Marchio, riconoscibilità, promozione
Là dove già non esiste una sperimentata e riuscita denominazione di zona, occorre studiarne una nuova, coerente con la storia locale, con il supporto di consulenti specializzati. Da evitare nomi troppo lunghi e complicati, o artificiosi e senza radici, o ancora che è possibile confondere con altri luoghi. Per un distretto coeso, gli esercizi commerciali, servizi, di intrattenimento, si dovranno scegliere anche in base al tema generale individuato. Se le spese lo consentono meglio affidarsi per comporre una miscela equilibrata di attività e tipo di spazi al tipo di analisi di mercato in uso per i centri commerciali.
Prevenire i rischi di gentrification
A Mobile, la riqualificazione della via e del quartiere del progetto per The Avenue, distinta ma coerente rispetto al Piano Generale della città [meno prescrittivo di un nostro Piano Regolatore urbanistico ma assai più articolato per comparti e indicazioni n.d.t.], ha suscitato a dir poco parecchie perplessità. Un cittadino ed esercente commentava «Di qualunque cosa si tratti io non voglio sentir parlare di piste ciclabili. Quei percorsi significano solo gentrificazione». Il che fa capire come nonostante non esista alcuna dimostrata correlazione di causa ed effetto tra certi investimenti urbani e certe trasformazioni, essi sono comunque percepiti in modo negativo. Ma essendo comunque un sintomo di timori concreti come quello della gentrification e della espulsione di abitanti e attività, occorrono politiche di prevenzione, cosa che si è fatta a Mobile.
Da: Planning, gennaio 2025; Titolo originale: Reviving Black Main Street – Traduzione di Fabrizio Bottini – Si veda su questo sito per (sorprendente ma in fondo non più di tanto) analogia la proposta anni ’50 di Victor Gruen di allargare teoricamente alla città centrale il suo metodo di pianificazione-progetto di centro commerciale. Poi clamorosamente fallito – per eccesso di semplificazione tecnico-sociale- nell’applicazione pratica a Fort Worth un po’ ingenuamente santificata da Bruno Zevi al punto di dedicargli una specie di numero monografico e assai acritico di Urbanistica