La megacittà non è solo dei poveracci

Alzi la mano chi, di fronte alla pur frequente parola «megacittà», non fa scattare una serie di stereotipi che ne distorcono immediatamente il senso. In particolare, la nostra fantasia resa vagamente morbosa dal bombardamento mediatico, non può fare a meno di evocare immagini certamente confuse, ma che non mancano mai di citare elementi quali un…

Tutti i colori del verde (2008)

“Uèi, ma quant’acqua c’è, dentro quell’erba qui!”. Con tono innocente e ignoranza fisiologicamente inappuntabile, la signora milanese così descrive le risaie a qualche chilometro da casa sua che sta attraversando in bicicletta. E descrive a modo suo anche la nostra condizione identitaria postmoderna, perennemente in bilico fra una dimensione “globale” che sfugge, e un territorio…

Ventimila Leghe Sotto la Padania

Ottant’anni fa, quando dalle nostre parti c’erano “sommergibili rapidi ed invisibili”, il sociologo di Chicago Roderick McKenzie studiava qualcosa di altrettanto sommerso e invisibile: la comunità metropolitana. Una comunità ben diversa da quella tradizionale del vicolo, della piazza, del quartiere, e che si riconosceva e articolava su punti di vista e strumenti più complessi: mezzi…

Centri commerciali: una introduzione (1)

Pareti di cristallo e pavimenti d’asfalto All’inizio di tutto sta un’immagine idilliaca e affascinante. C’è un palazzo di cristallo al centro di un parco della vecchia Inghilterra, dove le persone entrano ed escono a seconda dei capricci del tempo e dei gusti personali. Tra le laiche e luminose navate, continuando a contemplare il parco e…

Biodiversità metropolitana

La questione ambientale con l’urbanizzazione del mondo si sposta via via da un’idea centrata sulla tutela di ciò che è naturale e lo deve restare, a un modello di metropoli essa stessa parte dell’ambiente, e non più escrescenza tumorale nociva da arginare. Forse è il caso di cominciare a spiegarglielo da subito, ai nostri loquaci…

Come mettere il sale sulla coda allo sprawl

Ci sono qualità apparentemente quasi ovvie in un insediamento umano sul territorio che ne dovrebbero caratterizzare abitabilità, efficienza, o sostenibilità come si dice oggi. Ad esempio il fatto di mettere in comunicazione fisica e non persone e luoghi diversi. È il motivo per cui in qualche modo e misura deve essere facile relazionare funzioni, favorire…

Paesomani e fuga dalla realtà

C’era una volta la malafede, il puro interesse personale che faceva fare salti mortali alla logica e alle regole, pur di imporsi. E nascevano così le infinite eccezioni d’emergenza alla normalità, la quale normalità però continuava a imperare formalmente come mainstream, diciamo a fare cultura, a orientare l’opinione, la convivenza. Ma poi c’è la buona…

L’erba del vicino è dipinta di verde

Da un secolo e più il vero simbolo della casetta o casona in proprietà è quella prospettiva che dalla strada principale inquadra l’ingresso. Dove si è optato per una recinzione a muro o a siepe, bisogna superare il cancello per vederla spalancarsi davanti: che siano pochi metri o una più monumentale imitazione di reggia barocca,…

La dismissione dell’astronave direzionale

L’anticittà confusa con la città è un classicissimo delle nostre prospettive sballate quando si tratta di insediamenti urbani. Lo è in particolare quando quel minestrone fra le pietre dell’urbs care ai progettisti edilizi e analoghi, e le atmosfere libere della polis cara ai cultori della relazionalità, si fa indigeribile per eccesso di ingredienti. Del resto…